Intervista a Rino Di Meglio, segretario generale della Confederazione Generale Sindacale e coordinatore nazionale della Federazione Gilda Unams.
A cura di Mara Passafiume.
Per nove italiani su dieci l’istruzione deve occupare un ruolo di primo piano nell’agenda politica del Paese: questo il risultato di un sondaggio realizzato dalla Swg per la Gilda degli Insegnanti. I cittadini italiani, dunque, hanno a cuore il tema della scuola e chiedono alle forze politiche che assumeranno la responsabilità del prossimo governo di dedicare grande attenzione alla qualità del sistema di istruzione. Ne parliamo con Rino Di Meglio, segretario generale Cgs e coordinatore nazionale Fgu.
Segretario, l’indagine condotta dalla Swg per la Gilda degli Insegnanti ha fotografato un grande interesse degli italiani per la qualità dell’istruzione scolastica. Oltre il novanta per cento degli intervistati ritiene, infatti, che la scuola debba essere un impegno prioritario per il futuro governo. Si aspettava questo esito?
Trovo che l’esito del sondaggio sia molto confortante e dimostra che i cittadini sono più avanti rispetto alla classe politica che li rappresenta. Nel corso degli ultimi lustri, infatti, indipendentemente dallo schieramento, nessun governo ha mai investito su istruzione e ricerca, quando addirittura non ha effettuato tagli.
Il problema che preoccupa maggiormente gli italiani è il precariato scolastico, in quanto non garantisce la continuità didattica. La stabilizzazione dei docenti precari e il miglioramento del sistema di reclutamento vengono visti come interventi necessari e non più rinviabili.
I cittadini hanno ragione, l’abnorme fenomeno del precariato scolastico tocca direttamente i loro figli: la girandola di insegnanti, che si ripete ad ogni avvio di anno scolastico, fa venire meno la continuità didattica, incidendo gravemente sulla qualità dell’istruzione.
È inutile perdere tempo in ideologie e proclami, inutile studiare percorsi di reclutamento lunghi e complessi, si rischia solo di aggravare la situazione.
Il governo uscente ha fatto inserire, per legge, i concorsi annuali, ma è un provvedimento che rischia di tramutarsi in una “grida” manzoniana se nella realtà non si riesce a mantenere neppure la cadenza triennale, a causa della totale disorganizzazione dell’apparato.
È urgente procedere, secondo quanto stabilito anche dalle sentenze della Corte europea di giustizia, a stabilizzare i precari con più di tre anni di servizio e poi rimettere in piedi seriamente la macchina del reclutamento.
Altro problema che viene evidenziato dai partecipanti al sondaggio è quello dell’edilizia scolastica: si ritiene urgente un intervento sulla riqualificazione degli edifici scolastici, per ampliare gli spazi e ridurre il numero di alunni per classe. È un intervento realizzabile?
La situazione dell’edilizia scolastica è drammaticamente peggiorata, come evidenzia anche l’ultima edizione del report di Legambiente “Ecosistema scuola”. Metà degli edifici scolastici è semplicemente inadeguata, ci auguriamo che i massicci interventi previsti dal PNRR servano una buona volta almeno ad avere scuole più sicure e praticabili.
Bisogna mettere un tetto al numero massimo degli alunni per classe. È ampiamente dimostrato che ad un minor numero di alunni corrisponde un miglioramento degli apprendimenti, soprattutto per i più deboli.
Sul fronte del rinnovo contrattuale, che tra l’altro riguarda un triennio ormai scaduto, avete chiesto a gran voce all’esecutivo guidato dal presidente Draghi di stanziare ulteriori risorse necessarie ad aumentare le retribuzioni degli insegnanti, già pesantemente erose dall’inflazione galoppante. A questo proposito, cosa vuole dire al nuovo governo che si insedierà a breve?
Che bisogna arrestare la discesa verso la soglia di povertà dei docenti italiani.
Abbiamo bisogno di riconoscimenti professionali che consentano agli insegnanti di condurre una vita dignitosa.
Nelle grandi città, dove il costo della vita è più elevato, diventa difficile trovare insegnanti.
Questo è un segnale da non trascurare.
Presto avremo anche un nuovo ministro dell’Istruzione. Qual è l’augurio che vuole indirizzare al futuro inquilino di Viale Trastevere?
Che riesca a circondarsi di una squadra di persone competenti, cosa non facile.
La politica dello spoil system, inaugurata dopo la riforma Bassanini, ha depauperato sempre di più il patrimonio di esperienze del ministero dell’Istruzione ed oggi la situazione è tutt’altro che semplice.
M.P.
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