Il 5, 6 e il 7 aprile 2022 si terranno le elezioni per il rinnovo delle RSU. La FGU Gilda Unams ha presentato le liste nelle istituzioni scolastiche e ora i nostri candidati sono impegnati nella campagna elettorale.
Ma perché queste elezioni sono così importanti? Oltre alle Contrattazioni d’Istituto alle quali parteciperanno le RSU elette in ciascuna scuola, queste elezioni sono importanti perché, come ha spiegato il Segretario Generale della CGS, Rino Di Meglio, durante un’assemblea, queste elezioni “servono per determinare la rappresentatività del sindacato a livello nazionale”.
La rappresentatività è infatti determinata come “media tra il numero degli iscritti che hanno rilasciato la delega al sindacato e la somma dei voti presi in ciascuna scuola durante le elezioni delle RSU”.
Quindi, scuola per scuola verranno elette le RSU per la contrattazione d’Istituto, poi però, i voti espressi in ciascuna scuola confluiranno all’ARAN – l’Agenzia per la Rappresentanza Negoziale delle P.A. – dove sulla base della loro somma è determinata – a livello nazionale – la rappresentatività del sindacato.
I candidati della Federazione Gilda Unams dovrebbero spiegare bene questo aspetto agli elettori: non si tratta di votare il collega che è più o meno simpatico; in realtà il voto è utilizzato per stabilire la rappresentatività nazionale del sindacato.
E non possiamo dimenticare che la FGU costituisce una “trincea” di tutela professionale in difesa del ruolo dell’insegnante, ormai dimenticato e/o rimosso dalla politica.
La Gilda Unams – fin dalla sua nascita nel 1988 – ha chiesto che fosse istituita un’area di “contrattazione separata” tra docenti e personale ATA, sostenendo che la professione docente non può essere equiparata al lavoro – pur importante – del personale ATA. Semplicemente perché radicalmente diverso!
Inoltre, la Gilda Unams si è sempre battuta (e continuerà a farlo) affinché il FIS non venga utilizzato per retribuire funzioni strettamente legate agli aspetti gestionali/organizzativi e, da subito, ha fortemente avversato – nelle piazze e nelle sedi istituzionali – la legge 107 del 2015, riuscendo ad abolire la chiamata diretta e la distribuzione del bonus a discrezione del dirigente scolastico.
La FGU inoltre – in tempi di Covid-19 – è stata l’unica organizzazione sindacale a non sottoscrivere i protocolli di sicurezza che di scientifico avevano ben poco, come dimostrano le affermazioni di Agostino Miozzo, ex coordinatore del CTS, che ha certificato – durante una diretta streaming con Tecnica della Scuola lo scorso 23 febbraio – che le misure (come la distanza di un metro dalle rime buccali) furono adottate “stiracchiando la scienza” ed erano ispirate dall’opportunità politica perché “sapevamo che quel metro poteva creare un 30% di classi in più e questo significava il 30% di docenti in più, il 30% di personale scolastico in più, ore in più”. La FGU, inoltre, non ha sottoscritto il CCNI per la didattica digitale integrata, né il Piano Scuola del Ministro Bianchi, perché in questi atti ha ravvisato la volontà di mortificare la Professione Docente e di trasformare il Sistema Scolastico in un “servizio”.
Infine – ricordiamo pure questo ai colleghi – la Gilda Unams è stata la prima organizzazione sindacale a chiedere stipendi in linea con quelli degli insegnanti degli altri paesi europei perché siamo convinti che la valorizzazione dei docenti passi anche attraverso l’aumento degli stipendi.
Giuseppe Candido
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