Nella riunione del 22 ottobre 2019 della Commissione istituita presso l’Aran per la definizione del nuovo ordinamento professionale del personale delle Funzioni Centrali, l’Agenzia, dopo il lavoro istruttorio dei mesi scorsi, ha consegnato una ipotesi di lavoro che è stata oggetto di un primo confronto ed esame.
Come FLP abbiamo apprezzato il metodo e consideriamo il documento un primo contributo per uscire dalle valutazioni generali ed entrare invece nel merito delle questioni, dal momento che riteniamo necessario accelerare i tempi allo scopo di portare sul tavolo dell’imminente rinnovo contrattuale i temi dell’ordinamento professionale e della valorizzazione del lavoro pubblico, senza ulteriori rinvii.
Un lavoro certamente non facile, considerato che ci troviamo non solo di fronte a situazioni di partenza in molti casi diverse tra gli ex comparti di contrattazione, confluiti ora nel nuovo, ma anche perché nel frattempo quegli ordinamenti spesso segnano il passo a fronte del forte mutamento organizzativo e dei processi lavorativi che sta interessando tutte le nostre Amministrazioni.
Il primo nodo da sciogliere è dunque questo.
Un nuovo ordinamento è necessario sia per riconoscere le professionalità presenti, superando anni di mansionismo e sfruttamento, sia per riconoscere il fatto che il lavoro è cambiato e le competenze organizzative, professionali e tecniche richieste non sono più quelle di quindici, venti anni fa.
L’attuale quadro normativo presenta numerosi vincoli che rischiano di rendere quest’operazione difficile o di scarsa valenza. Permangono infatti i limiti sulla possibilità di passaggio tra le aree, oggi previsti solo in forma sperimentale e con scadenza al 31 dicembre 2020, restano gli inaccettabili tagli alle risorse dei Fondi aziendali che impediscono di valorizzare il personale all’interno dell’attuale sistema delle posizioni economiche, viene definito per legge ancora il numero minimo di aree professionali (tre) in cui inquadrare il personale.
E’ necessario quindi agire per rimuovere a monte tali vincoli. Solo in questo modo potremo efficacemente disegnare un modello che possa seppur potenzialmente rispondere alle esigenze di un Paese che chiede una PA sempre più efficiente, capace di erogare servizi di qualità ed esigere il rispetto delle regole nell’interesse della collettività.
Queste premesse comunque non ci hanno impedito di ragionare come FLP su un quadro di riferimento, anche graduale, che ponga comunque al centro alcune priorità.
- La prima è quella di riconoscere che all’interno delle Amministrazioni non vi è più un lavoro esclusivamente manuale o ausiliario, e quindi il punto di partenza non può che essere un’Area iniziale di inquadramento che parta dalla ricomposizione dei processi e delle competenze attualmente ascrivibili alla Seconda Area, superando l’attuale Prima Area.
- La seconda è quella di ricomporre all’interno di un’Area, che possiamo definire dei funzionari, le professionalità che svolgono attività in gran parte coincidenti con i profili iniziali delle terza Area e che invece sono attualmente inquadrate nelle posizioni economiche intermedie e apicali della seconda Area.
- Un’ulteriore esigenza è quella di riconoscere in modo organico, e non episodico, le figure di alta responsabilità, di particolare professionalizzazione, di coordinamento e direzione, oggi lasciate all’interno della Terza area in balia delle scelte discrezionali della Dirigenza, soggette non solo alla precarizzazione delle funzioni, ma anche a retribuzioni non ancorate al livello di responsabilità richiesta, prevedendo una nuova specifica Area Direttiva e delle Alte professionalità in cui inquadrare coloro che svolgono funzioni ascrivibili alle posizioni intermedie e apicali dell’attuale Terza Area.
Elio Di Grazia
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