Prosegue l’inverno demografico del nostro Paese. Gli ultimi dati Istat confermano il declino di nascite: le prime stime per il 2022 parlano di circa 393 mila nuovi nati. Circa il 2% in meno dell’anno precedente, in cui si era già registrato il record negativo dall’unità d’Italia 1.
Secondo l’ISTAT le nascite nel nostro Paese sono in calo soprattutto a causa del progressivo invecchiamento della popolazione e delle donne in età feconda.
Dal 2008, ultimo anno in cui si registrò un aumento delle nascite, il calo è di circa 184 mila nati, di cui circa 27mila
concentrate dal 2019 in avanti.
Questa diminuzione è dovuta solo in parte alla spontanea o indotta rinuncia ad avere figli da parte delle coppie. In realtà, scrive Istat, tra le cause pesano molto tanto il calo dimensionale quanto il progressivo invecchiamento della popolazione femminile nelle età convenzionalmente considerate riproduttive (dai 15 ai 49 anni).
Il problema del calo delle nascite si ripercuote essenzialmente su due aspetti: l’istruzione e il conseguente calo di alunni da un lato e la previdenza sociale che tra un po’ vedrà sempre più persone in pensione rispetto alla forza lavoro.
Per ciò che riguarda l’aspetto previdenziale, è evidente che una mano concreta può venire solo dall’integrazione regolare dei lavoratori stranieri.
Quanto all’istruzione bisogna invece essere lungimiranti e far diventare un’opportunità il calo del numero di studenti.
Secondo il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, <<tra 10 anni, dagli odierni 7,4 milioni di studenti, dato del 2021, nell’anno scolastico 2033/34 si scenderà a poco più di 6 milioni, a ondate di 110/120 mila ragazzi in meno ogni anno>>.
Tale effetto dell’andamento demografico nei prossimi 10 anni <<si sentirà di più nella Scuola secondaria di secondo grado, dove potremmo perdere circa 500 mila studenti; nella Scuola secondaria di primo grado il calo sarà di quasi 300 mila alunni; nella Scuola primaria di circa 400 mila scolari; nella Scuola dell’infanzia, se si mantiene questa tendenza, il calo previsto è di oltre 156 mila bambini>>.
Per Valditara <<Questa situazione dovrà condurre a nuovi criteri di formazione delle classi>> e a una <<revisione dei criteri di formazione degli organici>>.
Spiegando che <<Non si tratta di ragionare soltanto su un mero salvataggio delle cattedre a rischio, ma di proporre vedute più ampie e lungimiranti>> per <<la lotta alla dispersione scolastica, e una sempre maggiore efficacia della formazione>>.
In realtà sono anni che la Gilda Insegnanti propone di diminuire il numero di alunni per classe e di creare – tra i docenti più “anziani” – figure professionali dedite al tutoraggio e alla formazione dei colleghi neoimmessi in ruolo. A trasmettere esperienze ai colleghi più giovani.
E questa – forse – potrebbe essere l’occasione buona.
Giuseppe Candido
1 Nel 2022 è proseguito il calo delle nascite nel nostro paese:
https://www.openpolis.it/numeri/nel-2022-e-proseguito-il-calo-delle-nascite-nel-nostro-paese/
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