Dopo aver preso visione del protocollo di sicurezza per gli esami di maturità approntato dal CTS e l’intesa con il ministero sottoscritta da tutte le Organizzazioni Sindacali, tranne che dalla Federazione Gilda Unams, non si può che restare perplessi. Quanto previsto per la scuola è di gran lunga differente rispetto alle regole stringenti che sono state imposte alle attività private.
L’Inail ha classificato l’attività del settore scolastico a rischio medio-basso, cosa già di per sé contestabile soprattutto se rapportata alle reti di relazioni che la scuola muove. Il personale scolastico è di circa un milione di addetti e gli studenti sono oltre 8 milioni. Già questi numeri ci dicono che solo in termini di mobilità, con impegno di mezzi pubblici da parte di chi è coinvolto nel mondo della scuola e milioni di contatti giornalieri, il settore istruzione è ad altissimo rischio. Le indicazioni per un esame di maturità in sicurezza pertanto appaiono insufficienti.
Non appare chiaro su chi ricadrà la responsabilità della sicurezza delle commissioni d’esame; da un lato potrebbe sembrare scontato che sia il D.S. ad essere responsabile, ma ricordiamo che sicuramente il Dirigente sarà impegnato come presidente di commissione in un’altra scuola e quindi non potrà controllare direttamente quanto accade.
Altrettanto incerta, a tratti ridicola, sembra la richiesta di autocertificazione del proprio stato di salute che i componenti della commissione e i candidati dovranno rilasciare. Non vi è garanzia alcuna che i dichiaranti, anche in buona fede, non siano contagiati dal virus, visti i tempi di incubazione. Saranno fornite mascherine alla commissione e ai candidati, ma solo quelle chirurgiche, e non le ffp2. Viene inoltre sconsigliato l’uso dei mezzi pubblici, dimenticando che i candidati probabilmente non hanno un mezzo proprio e non prevedendo alcun rimborso per i membri della commissione.
Altro aspetto dubbio è quello della sanificazione. Nel privato si pretende che una ditta specializzata faccia la sanificazione e rilasci una dichiarazione di conformità. Ci chiediamo quale formazione sia stata data al personale e quali strumenti saranno forniti per la sanificazione. Per uffici ed esercizi privati sono previste anche barriere protettive trasparenti per proteggersi dai contatti con il pubblico, per gli esami di maturità ci si limita a predisporre distanze di sicurezza minime, dimenticando che probabilmente sarà difficile, in molte scuole, trovare spazi idonei. In alcune zone d’Italia inoltre, sicuramente il 17 giugno farà molto caldo, ma per rinfrescare gli ambienti non si potranno utilizzare i condizionatori. Sembra che tutto sia lasciato al caso e che l’unico scopo sia quello di ripartire ad ogni costo, anche a scapito della sicurezza e della salute.
Vito Carlo Castellana
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