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anno II numero 1 - gennaio / febbraio / marzo 2019

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19 dicembre 2024

GLI ESPERTI RISPONDONO

CCNL FUNZIONI CENTRALI: LA FLP FIRMA L’IPOTESI DI CONTRATTO E SPIEGA LE SUE RAGIONI

In una situazione economica certamente difficile caratterizzata da forti vincoli di bilancio connessi al rispetto degli impegni assunti dai vari governi succedutisi in questi anni in sede europea, e da uno stanziamento nelle leggi di bilancio per il 2022, 2023 e 2024, da noi ritenuto insufficiente, siamo riusciti comunque a garantire un ulteriore stanziamento dell’0,22% nella legge di bilancio 2025 che porta l’incremento contrattuale per il triennio 2022 – 2024 a una percentuale del 6%, (pari a circa 160 euro medi mensili), oltre a un rifinanziamento dei Fondi risorse decentrate delle Amministrazioni necessario per effettuare le procedure di progressione economica all’interno delle Aree. Incremento che, pur non essendo in linea con le nostre richieste di adeguamento all’inflazione del triennio, risulta comunque superiore al 4,07% del triennio 2019-2021 (85 euro medi), e al 3,48%, del 2016-2018 (105 euro medi).

Ricordiamo che il rinnovo del 2016-2018 arrivò dopo 8 anni di blocco contrattuale, il cui sblocco è da riconoscere unicamente alla FLP, che instaurò da sola, nel silenzio delle altre OO.SS. un lungo contenzioso che arrivò fino alla Corte costituzionale che si pronunciò con una decisione storica nel 2015. Gli stanziamenti di quegli anni, notevolmente più bassi di quelli attuali, furono da noi fortemente contestati e ci portarono a non sottoscrivere l’ipotesi di CCNL 2016 – 2018.

La firma di questa ipotesi di CCNL e l’impegno della parte pubblica ad accelerare le fasi di certificazione per arrivare alla firma definitiva entro l’anno consentiranno l’avvio del negoziato per il rinnovo del triennio 2025 – 2027, permettendo l’allineamento del rinnovo contrattuale al triennio di svolgimento delle prestazioni.

Come FLP siamo riusciti inoltre a far modificare in modo significativo la proposta iniziale datoriale, migliorando concretamente molti istituti contrattuali attualmente vigenti.

Sull’Ordinamento professionale:

  • proroga dei termini per le progressioni verticali in deroga e la nuova previsione dell’attivazione del confronto su quelle a regime (art. 18 CCNL 2019 – 2021), evitando che su una materia così importante fosse disconosciuto, com’era oggi, il ruolo dei rappresentanti dei lavoratori, sia per l’attivazione delle procedure che per l’individuazione dei criteri;
  • procedure selettive trasparenti per l’attribuzione delle posizioni organizzative e di responsabilità, con criteri definiti con le OO.SS, la loro valorizzazione economica, il riconoscimento professionale per il personale, con il diritto al mantenimento di un incarico dopo 8 anni di svolgimento dell’incarico;
  • aumento della percentuale di maggiorazione del punteggio per chi non ha ottenuto progressioni economiche da più di 6 anni.

Sul lavoro agile e la conciliazione vita lavoro:

  • rafforzamento ed estensione del lavoro agile, che diventa materia di contrattazione, superamento della prevalenza dell’attività in presenza ed esplicito riconoscimento del buono pasto per le giornate di smart working;
  • implementazione lavoro da remoto (telelavoro domiciliare e coworking)
  • istituzione della settimana lavorativa su 4 giorni, fruibile su base volontaria.

Sul diritto alla salute e le nuove tutele:

  • 2 ore annuali di permesso aggiuntive alle 18 ore per i dipendenti con un’età pari o superiore a 60 anni per visite specialistiche ed esami diagnostici;
  • esclusione ai fini del comporto delle assenze per malattia dovute ad accessi ambulatoriali o terapie salvavita;
  • riconoscimento delle ferie anche nel periodo di preavviso.

Sul sistema di partecipazione e le relazioni sindacali:

  • potenziamento delle relazioni sindacali, con il rafforzamento della contrattazione integrativa decentrata sul lavoro agile e da remoto, sui riflessi sulla qualità del lavoro e sulla professionalità delle innovazioni tecnologiche inerenti l’organizzazione dei servizi; sui criteri per l’attribuzione di trattamenti accessori per i quali specifiche leggi operino un rinvio alla contrattazione;
  • confronto, tramite specifiche riunioni di approfondimento preventivo sul PIAO e obbligo di informazione preventiva sulle modalità di costituzione dei Fondi risorse decentrate;
  • possibilità di convocazione dell’Organismo paritetico per l’innovazione anche da parte dei rappresentanti delle OO.SS, e rafforzamento dello stesso rispetto ai livelli di contrattazione territoriale su questioni rilevanti a livello locale;
  • riconoscimento delle ore di partecipazione alle assemblee sindacali ai fini della maturazione del buono pasto.

Ma l’impegno della FLP prosegue a tutela del lavoro pubblico, per dare sempre maggiore dignità al lavoro pubblico, definendo gli obiettivi alla base delle richieste per quelle che saranno le nostre rivendicazioni in sede di rinnovo del prossimo CCNL.

Obiettivi che debbono misurarsi con le modifiche normative che permettano ai Contratti e alla negoziazione di esplicare pienamente i loro effetti, superando il quadro di riferimento generale ancora punitivo e frutto di anni di delegittimazione delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici.

Ecco perché chiediamo al governo di tradurre in uno specifico Protocollo d’intesa impegni e azioni da assumere sulle questioni ancora aperte e che necessitano di interventi normativi per:

  • immediato avvio della tornata contrattuale 2025 – 2027;
  • eliminazione tetti ai Fondi risorse decentrate e alle risorse destinate alla produttività;
  • modifica delle norme che fissano attualmente il valore del buono pasto e stanziamenti adeguati per una sua rivalutazione correlata al costo della vita;
  • defiscalizzazione del salario di produttività;
  • implementazione degli istituti legati agli sviluppi di carriera, con la piena esigibilità dell’Area delle Elevate Professionalità, anche tramite individuazione di organici all’interno di ogni Amministrazione, e procedure dall’interno per l’accesso alla dirigenza;
  • estensione anche agli screening sanitari, disposti dalle autorità sanitarie, del trattamento di malattia, in luogo delle 18 ore di permesso annue;
  • rafforzamento del welfare aziendale nel settore pubblico.

Roberto Cefalo

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