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GLI ESPERTI RISPONDONO

Aumenta il bisogno di salute, diminuiscono i posti di lavoro

Enrico Moretti, docente di economia alla Berkeley University della California, in “La nuova geografia del lavoro”, analizza alcune contraddizioni del mondo del lavoro americano: “Se la produzione continua a crescere, perché nell’industria manifatturiera i posti di lavoro si stanno contraendo?”.

La ragione di questa apparente contraddizione è dovuta al progresso tecnologico e agli investimenti in sofisticati macchinari di nuova concezione: le fabbriche americane sono molto più efficienti che in passato e per produrre la stessa quantità di beni impiegano sempre meno manodopera.

Pensiamo, per esempio, alla General Motors. Negli anni Cinquanta, ogni operaio dell’azienda produceva una media di sette auto l’anno. Oggi ne produce 29 l’anno. Il calcolo dei posti di lavoro persi è molto semplice: per fabbricare ogni auto, oggi la General Motors impiega un numero di operai quattro volte inferiore a quello del 1950. Gli operai dell’industria producono più che in passato, e di conseguenza guadagnano stipendi più alti, ma sono numericamente ridotti.

È questo un altro dei curiosi paradossi della crescita economica: gli aumenti di produttività abbassano i prezzi del consumo e innalzano i salari, ma finiscono per cancellare posti di lavoro

E se volessimo fare un paragone con la Sanità italiana? Negli anni Cinquanta gli infermieri erano appena nati e la sanità era pressoché embrionale, con sacche di eccellenza.

L’infermiere professionale, nato nel 1974 con il DPR 225, dal 1999 con la legge 42 diventa professionista sanitario e non più professionale, si erge a responsabile dell’assistenza e non subalterno al medico, si aprono le porte dell’università, della carriera e delle specializzazioni. Sembrerebbe una carriera importante, e probabilmente dal punto di vista professionale lo è anche, ma dal punto di vista economico questa crescita si è trasformata in aumenti economici? Questa ultraspecializzazione ha prodotto posti di lavoro aggiuntivi? No! Mentre il bisogno di salute della popolazione è man mano aumentato, i posti di lavoro sono diminuiti.

 

Dott.re Salvatore Lo Presti

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