
Il 27 febbraio scorso si è tenuta la prima riunione tra l’ARAN e le OO.SS. rappresentative per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del Comparto Istruzione e Ricerca, che interessa oltre 1.300.000 addetti tra insegnanti, ricercatori e personale amministrativo e ausiliario. Il presidente dell’Agenzia, dott. Naddeo, ha comunicato l’avvenuta emanazione del tanto atteso Atto di indirizzo per il CCNL da parte del ministro Zangrillo, indispensabile per dare avvio alla contrattazione.
Per la Federazione Gilda Unams (FGU) è intervenuto il Coordinatore nazionale, prof. Vito Carlo Castellana, che in premessa ha ricordato la complessità del CCNL, che nello stesso comparto mischia professionalità diverse, che meglio sarebbe avessero contratti separati.
Ha poi sottolineato come il ritardo con cui si apre la trattativa, dopo un periodo di galoppante inflazione, penalizza fortemente il potere d’acquisto di tutto il personale del Comparto. Proprio per questo ha ribadito che le risorse che fino ad ora sono state stanziate per il rinnovo sono insufficienti a recuperare anche il solo potere d’acquisto. In particolare il sistema degli aumenti dati in percentuale penalizza ulteriormente il personale della scuola, che è quello che ha gli stipendi più bassi di tutta la Pubblica Amministrazione. Quindi, sarà necessario reperire risorse aggiuntive per tutti gli stipendi, utilizzando anche i fondi per la Carta del docente e per la valorizzazione del personale.
Un altro tema da affrontare nella contrattazione è il recupero giuridico dello scatto 2013, che consente a tutti di anticipare la scadenza del prossimo gradone. Gradoni, la cui durata va ridotta, così da consentire il raggiungimento della retribuzione più alta in un tempo più breve.
Un intervento è necessario anche sulla parte normativa per scrivere un testo chiaro, che raccolga tutte le norme contrattuali in vigore, ed elimini i passaggi che lasciano spazio alla discrezionalità dei dirigenti, così da garantire i diritti del personale. Diritti, in particolare quelli dei permessi, che sono a carico delle risorse dei lavoratori, cioè sono pagati dal personale e non dai dirigenti.
In questo CCNL si deve porre fine alle differenze di trattamento tra il personale a tempo indeterminato e quello a tempo determinato, lo chiede un senso profondo di giustizia verso chi consente al sistema di istruzione di garantire il diritto allo studio dei nostri giovani e lo chiede anche la Corte di giustizia Europea che minaccia sanzioni.
Rispetto alle notizie di stampa sulla richiesta contenuta nell’Atto di indirizzo di contrattualizzare il sistema del middle management, il Coordinatore nazionale è stato chiaro nell’affermare che la scuola non è un’azienda e che per quanto riguarda le istituzioni scolastiche il middle management è più dannoso che utile. Al contrario sarebbe auspicabile che il CCNL contribuisse a far abbandonare l’idea della governance gerarchica delle scuole, introdotta con l’autonomia scolastica, e a potenziare la partecipazione e la condivisione collegiale.
Gianluigi Dotti
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