In media i Paesi della UE hanno investito il 27,9% del loro pil per la spesa di protezione sociale che comprende pensioni, sanità, disoccupazione e sussidi vari. L’Italia spende di più (29,1%). Ma se andiamo a vedere i pesi delle diverse voci scopriamo che per la sanità l’Italia investe molto meno rispetto agli altri Paesi fermandosi al 28,8% della spesa per il Welfare a fronte di una media UE del 37,1%. IL REPORT
22 NOV – La spesa per la protezione sociale nell’Unione europea si è attestata al 27,9% del Pil nel 2017. Si conferma un trend in calo rispetto al 28,7% del 2012 ed al 28% del 2016. Non mancano differenze marcate tra i Paesi appartenenti all’Unione europea. Nel 2017, la spesa per il welfare ha rappresentato oltre il 30% del Pil in Francia (34%), Danimarca (32%) e Finlandia (31%).
A seguire troviamo Germania (vicino al 30%), Austria, Paesi Bassi, Italia, Belgio e Svezia (intorno al 29%). Al contrario, questa spesa è stata inferiore al 20% del Pil in Romania (14%), Lettonia, Irlanda e Lituania (intorno al 15%), Estonia e Malta (entrambi al 16%), Bulgaria (17%), Slovacchia e Ungheria (entrambi 18%), Cipro e Repubblica Ceca (entrambi il 19%). Questi i dati di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea.
Anche prendendo in considerazione la spesa per il welfare a parità di potere d’acquisto pro capite calcolata in migliaia di euro, restano differenze marcate tra i diversi Stati membri dell’UE. Dopo il Lussemburgo (14,9), la spesa pro capite più elevata si registra in Danimarca (quasi 12 mila euro), Germania, Paesi Bassi, Austria e Francia (circa 11 mila euro). Al contrario, la spesa pro capite più bassa si segnala in Bulgaria, Romania e Lettonia (3 mila euro o meno). Rispetto ad una media UE di 8.400 euro pro capite, l’Italia si attesta ad un livello leggermente superiore con 8.200 euro.
Passando però ad analizzare come vengono ripartite a livello settoriale le percentuali di spesa per il welfare, vediamo come per la sanità, rispetto ad una media UE del 37,1%, l’Italia con il 28,8% registra un dato ben inferiore. Buona parte della spesa viene infatti assorbita da pensioni e benefit per la terza età che in Italia si attestano al 57,8%, dato ben più alto rispetto al 45,8% della media europea.
In media nell’UE, le prestazioni per la vecchiaia hanno rappresentato quasi il 46% delle prestazioni sociali totali nel 2017 ed hanno costituito la maggior parte delle spese per protezione sociale in quasi tutti gli Stati membri. La percentuali più alte si sono registrate in Grecia (63%), Portogallo e Italia (entrambe al 58%), Romania e Cipro (entrambe al 56%), mentre era più bassa in Irlanda (34%), Germania e Danimarca (39%) e Lussemburgo (40%).
Le prestazioni in favore delle famiglie hanno rappresentato in media poco meno del 9% rispetto a quelle totali, mentre quelle per la disoccupazione hanno pesato per il 4%, così come le prestazioni in favore dell’esclusione sociale e abitativa. La quota delle prestazioni per le famiglie oscilla dal 4% nei Paesi Bassi e dal 5% di Portogallo e Spagna ad oltre il 15% in Lussemburgo, ed al 13% in Polonia ed Estonia. Le indennità di disoccupazione variano da meno dell’1% in Romania e dall’1% nel Regno Unito, fino al 9% in Irlanda e all’8% in Spagna. Infine, le indennità di alloggio e di esclusione sociale vanno dall’1% circa in Polonia, Portogallo ed Estonia, al 9% a Cipro e al 7% in Danimarca, Paesi Bassi e Regno Unito.
G.R. – 22 novembre 2019
FONTE: QUOTIDIANO SANITA’ (LINK: https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=79028)
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