Nuove regole per le visite fiscali nel pubblico impiego: la gestione dei controlli passa all’INPS, il medico può tornare anche nello stesso giorno. Confermati gli orari delle fasce di reperibilità.
Visite fiscali 2018, dipendenti pubblici: dal 13 gennaio 2018 sono state introdotte le nuove regole sui controlli da parte del medico incaricato dall’INPS.
Regole che riguardano sia gli statali che i lavoratori dipendenti, ad eccezione degli orari delle fasce di reperibilità delle visite fiscali, differenti per i due settori.
Una riforma ampia che ha previsto anche l’introduzione del Polo Unico dell’INPS come ente autorizzato alla gestione delle visite fiscali di tutti i lavoratori dipendenti, compresi gli statali che fino allo scorso anno erano sotto il controllo delle ASL.
L’unica eccezione è rappresentata dalle Forze Armate, per le quali sono state confermate le vecchie regole.
Cosa cambia quindi per le visite fiscali dei dipendenti pubblici? Quali sono le nuove regole? E gli orari di reperibilità? Dopo aver fatto chiarezza sull’intera riforma delle visite fiscali, ecco un focus dedicato al settore del pubblico impiego, con tutte le novità in vigore dal 13 gennaio 2018.
Visite fiscali: obblighi per i dipendenti pubblici
Il lavoratore ha diversi diritti; uno di questi consiste nella possibilità di assentarsi dal lavoro per malattia. La durata del permesso è indicata nel certificato medico che attesta lo stato di malattia del lavoratore, ma può essere ridotta qualora durante la visita fiscale il medico si renda conto che il paziente è guarito e può tornare a lavoro.
Per il lavoratore non ci sono solo diritti, ma anche doveri come quello di dover rispettare le fasce di reperibilità indicate nel regolamento sulle visite fiscali 2018.
Nel dettaglio, il lavoratore deve farsi trovare a casa negli orari delle visite fiscali per permettere al medico del Polo Unico INPS di verificare il suo effettivo stato di salute.
Il dipendente pubblico che si assenta dal lavoro a causa di una malattia, quindi, non è obbligato a restare in casa, o presso l’indirizzo indicato nel certificato medico, per tutta la giornata ma solo in determinati orari fissati dalla legge. Come vedremo meglio di seguito, per il lavoratore che non rende possibile lo svolgimento di una visita fiscale è prevista una sanzionemolto pesante, tranne nel caso in cui l’assenza sia giustificata.
Prima di vedere quali sono le sanzioni e i casi di esonero dalle visite fiscali, facciamo chiarezza sugli orari delle fasce di reperibilità dei dipendenti pubblici.
Orari visite fiscali dipendenti pubblici
Per i dipendenti pubblici l’obbligo di reperibilità è di 7 giorni su 7, per 7 ore al giorno. Nel dettaglio, gli orari delle visite fiscali degli statali sono:
- mattina: 09,00/13,00;
- pomeriggio: 15,00/18,00.
L’obbligo non si estingue nei giorni festivi, nei weekend o nei periodi di riposo se compresi nella durata della malattia. Inoltre, il controllo del medico viene disposto anche nel primo giorno di assenza dal lavoro se questo è a ridosso di una giornata non lavorativa.
Dal 13 settembre è stata introdotta una novità molto importante per combattere l’assenteismo nei pubblici uffici, estesa anche ai dipendenti privati: mentre fino all’entrata in vigore della riforma il medico fiscale una volta effettuato un controllo non poteva più tornare, d’ora in avanti non sarà più così.
Il medico incaricato dall’INPS, infatti, può tornare anche nello stesso giorno qualora lo ritenga necessario. Per maggiori informazioni, leggi anche-Il medico fiscale dell’INPS può venire più volte?
Sanzioni per dipendenti pubblici
Il lavoratore che impedisce al medico dell’INPS di svolgere correttamente la visite fiscale è soggetto al pagamento di una sanzione.
Con il termine “impedisce” non si intende solo il caso in cui il dipendente non si faccia trovare in casa negli orari delle visite fiscali, ma anche quando questo si rifiuti di aprire al medico o di sottoporsi alla visita. Nel dettaglio, la sanzione consiste in una riduzione dello stipendio pari a:
- 100% in meno di retribuzione nei primi 10 giorni di malattia;
- 50% in meno di retribuzione per i giorni successivi al 10°.
Il dipendente ha tutto il diritto di rifiutarsi, invece, qualora il controllo del medico avvenga al di fuori degli orari stabiliti dalla legge. Se invece il dipendente non rispetta le regole ma entro 15 giorni presenta una giustificazione per la propria assenza dal domicilio negli orari delle visite fiscali allora la sanzione non scatta.
Questo però avviene solo qualora l’assenza rientri in uno dei casi di esenzione dalle visite fiscali indicati dalla legge e dalla giurisprudenza degli ultimi anni.
Esenzione visite fiscali dipendenti pubblici
Ad esempio, è considerato motivo di esenzione il doversi sottoporre ad una terapia salvavita negli orari delle visite fiscali, oppure a degli accertamenti specialistici. Anche una semplice visita medica può essere considerata come un motivo di esenzione, ma solo quando questa non può avvenire in altri orari.
Ecco altri esempi di quando il lavoratore è giustificato per l’assenza durante la fascia di reperibilità:
- quando ci si deve sottoporre a iniezioni o trattamenti medici inerenti alla malattia che ha comportato l’assenza dal lavoro;
- ritiro di radiografie (sempre se connesse al certificato medico);
- per sottoporsi a trattamenti dentistici urgenti;
- per recarsi in farmacia (se non può farlo nessuno al posto vostro).
Inoltre, negli ultimi anni la giurisprudenza ha riconosciuto la possibilità di non rispettare gli orari delle visite fiscali anche a coloro che devono svolgere attività di volontariato (se non pregiudica il loro stato di salute) o a chi deve far visita ai parenti in ospedale e gli orari di apertura del reparto coincidono con la fascia di reperibilità.
Si è esonerati dalle visite fiscali anche nel caso in cui ci si assenti a causa di un infortunio subito sul posto di lavoro o per una malattia professionale, oppure per chi è affetto da una grave patologie (indicata nel certificato medico con il codice E).
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