Alla fine nella Legge di Bilancio riesce a entrare il taglio del cuneo fiscale fino al 3% per i lavoratori dipendenti con i redditi bassi. La misura pesa per 4,185 miliardi e prevede l’esonero contributivo del 2% per i redditi fino a 35 mila euro e del 3% per i redditi fino a 20 mila euro. A differenza di quello che chiedeva Confindustria, la riduzione delle tasse sul lavoro è tutta a beneficio dei lavoratori. E cambia anche l’aliquota dei premi produttività: al 5% per quelli fino a 3.000 euro. Il governo agevola anche le assunzioni a tempo indeterminato con una soglia di contributi fino a 6 mila euro per chi ha già un contratto a tempo determinato. Comprese le donne under 36 e i percettori del Reddito di cittadinanza.
24-45 euro in più al mese
La riduzione del carico fiscale di due punti è una conferma della misura del governo Draghi. Cambia invece per i redditi fino a 20 mila euro. La misura, spiega oggi La Stampa, interviene sul 9,19% di contributi che versano i lavoratori. La riduzione di due punti assicura in media 35 euro lordi in più in busta paga per 13 mensilità per un reddito di 15 mila euro lordi l’anno. A 20 mila euro lordi l’anno il vantaggio sale a 46 euro lordi mensili, sempre per 13 mensilità. Con il tetto massimo di 35 mila euro si incassano invece 54 euro in più. Al netto delle tasse, spiega il quotidiano, il beneficio si attesta tra i 24 e i 45 euro al mese. Il taglio di due punti ha portato nelle tasche di 13,8 milioni di lavoratori dipendenti un aumento annuo pari a 178 euro per chi guadagna 12 mila euro lordi l’anno e 435 euro per i redditi fino a 35 mila euro.
La flat tax incrementale per gli autonomi
Alla fine il governo “salva” anche la flat tax incrementale per i lavoratori. Ma soltanto per quelli autonomi. Il 15% si applica sull’incremento rispetto al maggiore dei redditi dichiarati nei tre anni precedenti. Ci sarà comunque una franchigia del 5% e un tetto massimo pari a 40 mila euro. Come previsto, la flat tax vera e propria viene invece estesa fino a 85 mila euro per autonomi e Partite Iva. In compenso, nella bozza del decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio è prevista una razionalizzazione e una riorganizzazione delle agevolazioni fiscali. Nei giorni scorsi, ricorda La Stampa, si parlava di una revisione del décalage che attualmente riduce il valore di alcuni sconti fiscali al crescere del reddito. Le riduzioni scatterebbero a partire da 60mila euro fino all’azzeramento a 120 mila. In questo blocco ci sono 592 tra bonus, deduzioni e detrazioni e per il 2023 del valore totale di 78,1 miliardi.