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Statali, rinnovo contratti statali e pubblico impiego: manca del tutto nel DEF. Compromesso domani con forze sociali

Statali, rinnovo contratti statali e pubblico impiego: manca del tutto nel DEF. Compromesso domani con forze sociali

Le organizzazione sindacali cercheranno di allargare le prospettive del confronto oltre la partita dei rinnovi contrattuali.

Sono ore decisive per avere chiarezza sul rinnovo dei contratti del pubblico impiego, scaduti da sette anni. Palazzo Chigi intende spendere per il 2017 tra i 500 e i 700 milioni di euro. Ma le organizzazioni sindacali chiedono risorse adeguate. E il prossimo faccia a faccia tra le parti, di carattere politico, sarà già nella giornata di domani. In questo caso al centro del confronto non c’è lo sblocco degli stipendi per gli statali, ma le novità per le pensioni, anche per i dipendenti pubblici. Tuttavia il tempo stringe, è arrivato il momento di presentare la nota di aggiornamento del documento di economia e finanza e vanno assunte le decisioni definitive.

 Ma non ci sono grandi notizie sul fronte del rinnovo dei contratti del pubblico impiego. La nota di aggiornamento, che domani passerà per l’approvazione sul tavolo del Consiglio dei ministri, certificherà quanto già riconosciuto dal presidente del Consiglio e dal ministro dell’Economia: una crescita che quest’anno dovrebbe fermarsi allo 0,8-0,9% massimo, anche se lo stesso ministro si mostra fiducioso di raggiungere l’1%. E una crescita più bassa è ipotizzabile per l’anno prossimo, il che porterebbe anche il deficit ad aumentare rispetto alle precedenti previsioni. Nel 2016 dovrebbe fermarsi al 2,5%, comunque in discesa rispetto al 2,6% del 2015, come da dato definitivo Istat, e il governo potrebbe indicare per il 2017 un obiettivo del 2,4%, mostrando a Bruxelles l’impegno a ridurre comunque.
 In questo contesto, le organizzazione sindacali cercheranno di allargare le prospettive del confronto e, insieme alla partita dei rinnovi contrattuali, metteranno sul piatto anche flessibilità, innovazione organizzativa, valorizzazione professionale, formazione, motivazione, coinvolgimento cognitivo dei lavoratori. A loro dire, la pubblica amministrazione è fatta di servizi innovativi, “vicini alle persone e centrati sui bisogni, con i migliori standard di produzione, snella nelle procedure e semplificata nell’accesso, trasparente e aperta a cittadini e imprese, integrata nelle funzioni e nelle professionalità, con meno gerarchia e più competenze”.
 Insomma, i segretari di categoria hanno tracciato le linee guida delle piattaforme per tutti i nuovi comparti di contrattazione, dalle funzioni centrali a quelli locali. Le parole dei segretari generali dei sindacati di categoria sono chiare: “Il contratto è un diritto dei lavoratori che vogliono essere riconosciuti e valorizzati. Ma è soprattutto lo strumento per costruire la pubblica amministrazione che serve oggi al Paese. Per far partire una grande stagione di rinnovamento e riprogettazione dei servizi”
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