Dopo la firma dei contratti, le risorse saranno accreditate nel primo stipendio utile
Buone notizie per i dipendenti statali. Il rinnovo dei loro contratti è bloccato dal 2010, ma sul primo stipendio utile potrebbero presto vedersi accreditata una “una tantum” di quasi 600 euro. E’ quanto riporta Il Sole 24 Ore a proposito degli arretrati per gli statali. L’obiettivo delle parti è chiudere gli accordi entro Natale e “far arrivare i soldi in busta paga in tempo per il doppio appuntamento elettorale di primavera”.
Certo, ammette il quotidiano di Confindustria, “l’arretrato non compensa i lunghi anni di stop alla contrattazione, perché la sentenza della Corte costituzionale che a luglio 2015 ha imposto di riattivare i rinnovi ha considerato legittimo il blocco imposto fin lì ai dipendenti pubblici”.
I “fondi per le nuove intese”, scrive il foglio economico, hanno iniziato ad accumularsi già a partire dalla manovra 2016, ma c’è stato bisogno di aspettare prima la riforma dei comparti e poi quella del pubblico impiego.
La prima manovra varata dal governo Renzi dopo la sentenza costituzionale ha voluto dare poco più che un segnale, mettendo sul piatto 300 milioni di euro che nella pubblica amministrazione centrale (ministeri, enti pubblici nazionali, agenzie fiscali e così via) si traducono in circa 9 euro lordi al mese (…) Per calcolare l’una tantum, i 9 euro vanno moltiplicati per le 13 mensilità del 2016 e per le altrettante di quest’anno, quando però si sono aggiunti i 900 milioni di euro messi a disposizione dalla scorsa legge di bilancio. Per ogni mensilità di quest’anno, quindi gli 8,9 euro targati 2016 si accompagnano ai 26,8 finanziati con i nuovi fondi, per un totale che si ferma poco sotto i 36 euro. Il riassunto porta quindi a un arretrato medio da 581 euro e qualche centesimo
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