A rilevarlo è una recente indagine di Eurostat che evidenzia come la spesa pubblica totale nell’Ueè stata pari al 46,7% del Pil (-3% rispetto al 2012). La spesa per la protezione sociale la media è del 19,2% sul Pil e del 41,2% sulla spesa complessiva e l’Italia è al quarto posto, per la salute l’incidenza media è del 7% sul Pil e del 15% sulla spesa complessiva ma l’Italia con il suo 6,8% è all’undicesimo posto. IL RAPPORTO.
28 FEB – Nel 2018, la spesa pubblica totale nell’Unione europea è stata pari al 46,7% del prodotto interno lordo (Pil). Una quota che è costantemente diminuita dal 2012, quando si attestava al 49,7% del Pil. Tra le principali funzioni della spesa delle amministrazioni pubbliche nell’Ue, la “protezione sociale” è la più importante, equivalente al 19,2% del Pil nel 2018.
A seguire, i settori più importanti sono la “salute” (7,0%), “i servizi pubblici generali” (6,0%) come gli affari esteri e le operazioni di debito pubblico, “istruzione” (4,6%) e “affari economici” (4,4%).
Seguono le funzioni “ordine pubblico e sicurezza” (1,7%), “difesa” (1,2%), “ricreazione, cultura e religione” (1,1%), “protezione ambientale” (0,8%) e “alloggi e servizi per la comunità” (0,6 %) hanno pesi più limitati. Questi sono alcuni dei dati frutto di una pubblicazione online di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea.
La sintesi del report.
La protezione sociale ha rappresentato il settore più importante della spesa delle amministrazioni pubbliche nel 2018 in tutti gli Stati membri. La quota di spesa per la protezione sociale legata alla vecchiaia è più alta in Grecia e Finlandia e più bassa in Irlanda.
Il rapporto tra spesa pubblica per la protezione sociale e Pil variava tra gli Stati membri da meno del 10% in Irlanda (9,0%) a quasi un quarto in Finlandia (24,1%) e Francia (23,9%).
Cinque Stati membri – Finlandia, Francia, Danimarca, Italia e Austria – hanno dedicato almeno il 20% del Pil alla protezione sociale, mentre Irlanda, Malta, Lettonia, Romania, Bulgaria e Repubblica Ceca hanno speso ciascuna il 12% del Pil, o meno, per la protezione sociale.
Le spese per la protezione sociale possono essere ulteriormente suddivise in una serie di gruppi dettagliati.
Il gruppo “vecchiaia”, che comprende le pensioni, ha rappresentato il 10,4% del Pil nell’Ue nel 2018. Ha costituito la maggior parte della spesa per la protezione sociale in tutti gli Stati membri, con le quote più elevate registrate in Finlandia (13,6% ), seguita da Francia e Italia (entrambi 13,3%), Grecia (13,2%) e Austria (12,4%).
Al contrario, l’Irlanda (3,2%) ha registrato la quota più bassa, seguita da Cipro (6,1%), Lituania (6,2%) e Paesi Bassi (6,4%). La spesa pubblica per la salute più alta in Danimarca, per l’istruzione più alta in Svezia.
Con quote di almeno l’8% del Pil nel 2018, Danimarca (8,3%), Austria (8,2%) e Francia (8,1%) hanno registrato i rapporti più elevati con il Pil dedicato alla salute tra gli Stati membri.
I rapporti più alti per servizi pubblici generali sono stati osservati in Grecia e Ungheria (entrambi 8,3%), Finlandia (8,0%) e Italia (7,9%).
L’Italia in queste classifiche è al quarto posto (con il 20,8%) per incidenza della spesa sociale sul Pil (nel 2018, ma è undicesima per l’incidenza percentuale della spesa per la salute sul Pil (con il 6,8% della spesa pubblica – un terzo circa della spesa sociale – contro una media Ue del 7% senza il Regno Unito e del 7,1% con il Regno Unito che ormai è tenuto a parte nelle classifiche Eurostat dopo Brexit e che se fosse considerato porterebbe l’Italia al dodicesimo posto).
Dal punto di vista dell’incidenza percentuale non sul Pil, ma sulla spesa complessiva del Governo, per la salute l’Italia è quindicesima (senza il Regno Unito, altrimenti scende al sedicesimo posto) con il 14,1% contro una media del 15,5% pre Brexit e del 15% post Brexit.
28 febbraio 2020
FONTE: QUOTIDIANO SANITA’ (LINK: https://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=81868)
Clicca sull'immagine per aprire il file in formato PDF