Un’Italia spaccata in due per quanto riguarda la sanità, con un Nord che si posiziona al top della qualità europea e un Sud che arranca ai limiti (se non addirittura al di sotto) della sufficienza. È questo il livello del sistema sanitario italiano così come emerge dall’Euro Index Consumer Health 2016 (EHCI) pubblicato dalla Health Consumer Powerhouse, ente non profit che dal 2005 valuta i sistemi sanitari di 35 paesi del nostro continente. L’Italia si colloca al 22° posto in Europa anche nel 2016, confermando il risultato del 2015, anche se il totale realizzato cresce di 15 punti; non bisogna dimenticare però che nel 2006, anno della prima rilevazione, il nostro Paese era undicesimo su 26.
In ogni caso, l’indice – risultato di 48 indicatori suddivisi in 6 aree tra cui accesso alle cure, risultati dei trattamenti e gamma di servizi – è realizzato analizzando i dati sanitari ufficiali e il livello di soddisfazione dei cittadini, e ha certificato per il 2016 un miglioramento generale della sanità europea quanto a mortalità infantile, sopravvivenza alle malattie cardiache, ictus e cancro. Al top della classifica ci sono i Paesi Bassi seguiti da Svizzera, Norvegia, Belgio, Islanda, Lussemburgo, Germania e Finlandia. La Francia è undicesima e il Regno Unito al 15esimo posto.
L’Italia si trova piuttosto indietro in classifica, ma il posizionamento medio è dovuto a un fattore endemico nel nostro paese: l’enorme gap qualitativo su base regionale. «L’Italia», nota il rapporto, «ha la più grande differenza riferita al pro capite tra le regioni di qualsiasi paese europeo. Il Pil della regione più povera è solo un terzo di quello della Lombardia (la più ricca). Anche se in teoria l’intero sistema sanitario opera sotto un ministero centrale della salute, il punteggio dell’Italia è un mix tra il verde (livello alto) da Roma in su e il rosso (livello più basso) per le regioni meridionali, e per questo su molti indicatori i punteggi sono gialli». Simile, secondo l’organizzazione, la situazione in Spagna, dove come da noi «l’eccellenza reale nel sud (…) sembra essere un po’ troppo dipendente dalla capacità dei consumatori di permettersi la sanità privata come supplemento alla sanità pubblica».
(Nella foto: pazienti assistiti a terra nell’Ospedale di Nola. Il ministero della Sanità ha inviato ispettori nel nosocomio)