(Regioni.it 3422 – 18/07/2018) Un’associazione ed una fondazione – Tribunale per i diritti del malato (Cittadinanzattiva) e Gimbe – analizzano due tematiche importanti nel settore della sanità: l’appropriatezza di cure e farmaci e la spesa per ticket.
L’indagine sulla qualità dei servizi sanitari di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato è avvenuta attraverso l’invio di un questionario a professionisti sanitari e agli assessorati alla Salute, a cui hanno risposto 13 Regioni: Campania, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Sardegna, Pa Bolzano, Pa Trento, Umbria, Valle d”Aosta e Veneto.
L’indagine sottolinea in particolare che va data attuazione su tutto il territorio alle indicazioni contenute nel Piano nazionale della cronicità, al fine di avere una politica unitaria sulle terapie. Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, afferma che “il Piano nazionale chiarisce bene che, oltre a intervenire sull’appropriatezza prescrittiva, sulla quale le Regioni si stanno concentrando particolarmente, è necessario generare soluzioni organizzative – afferma Aceti – che favoriscano l’adesione alle prescrizioni, con particolare riferimento alle persone che assumono molti farmaci (politerapie), assicurando equità di accesso. Dalla ricerca alle soluzioni tecnologiche, dalla formazione alla informazione e formazione di cittadini e operatori sanitari, le linee sono tracciate. E infatti, anche le Regioni, sebbene in ordine sparso, affrontano alcuni dei nodi”. Anche i professionisti ritengono centrale l’appropriatezza prescrittiva come strumento per migliorare l’aderenza alle terapie, mentre sottovalutano gli strumenti informativi di supporto al paziente. Infine tutte le Regioni hanno ormai un’Unità di gestione del rischio clinico e dichiarano di occuparsi di sicurezza dell”uso del farmaco.
Ma se l’appropriatezza resta la chiave di volta per cercare di contenere e rendere più efficacie la spesa sanitaria, la compartecipazione ne rappresenta su un altro versante la cartina di tornasole e il rapporto dell’Osservatorio Gimbe rileva che è pari a poco meno di 3 miliardi di euro la quota incassata dalle Regioni nel solo 2017 per i ticket sanitari, tra farmaci e prestazioni specialistiche. E se il range della quota pro-capite totale per i ticket oscilla da 97,7 euro in Valle d’Aosta a 30,4 euro in Sardegna, per i farmaci varia da 34,3 euro in Campania a 15,6 euro in Friuli Venezia Giulia, mentre per le prestazioni specialistiche si va da 66,2 euro della Valle d’Aosta a 8,6 euro della Sicilia. Rispetto alla quota fissa per ricetta (non prevista da Marche, Sardegna e Friuli Venezia Giulia), il range varia da 18,3 euro pro-capite della Valle d’Aosta a 0,5 euro del Piemonte. La quota differenziale per la scelta del farmaco di marca, invece, oscilla da 22,9 euro pro-capite del Lazio a 10,5 euro della Provincia di Bolzano. Oltre al Lazio, tutte le Regioni sopra la media nazionale sono del centro-sud: Sicilia (22,1 euro pro-capite), Calabria (21,2) Basilicata (21,2), Campania (20,9), Puglia (20,7), Molise (20,3), Abruzzo (19,5), Umbria (19,5) e Marche (18,2).
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