Le ultime modifiche alla legge di Bilancio confermano il dietrofront parziale sul taglio alle pensioni retributive. Non passa l’idea di innalzare l’età di quiescenza a 72 anni per i medici. Ecco le misure
Come si sa, non entra in legge di Bilancio la proposta lanciata dal ministro per i Rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani, che aveva ventilato l’ipotesi di alzare a 72 anni l’età di pensione per i medici dirigenti e i docenti universitari del settore medico, lasciandola a 70 anni per gli infermieri: una toppa che nelle intenzioni del Governo sarebbe dovuta servire a coprire le carenze di personale. Le proteste dei camici bianchi e le minacce di nuove agitazioni hanno però convinto l’esecutivo a ritirarsi in buon ordine, mentre la manovra ha concluso stanotte il suo iter in commissione Bilancio del Senato con l’approvazione di qualche novità importante per il comparto salute. Ora appuntamento con l’aula di Palazzo Madama, in cui la fiducia al testo dovrebbe arrivare entro venerdì 22 dicembre per poi passare rapidamente alla Camera, in vista del varo definitivo tra Natale e San Silvestro.
Innanzitutto viene incrementato il Fondo per l’Alzheimer e le demenze: 4,9 milioni di euro per il 2024 e 30 milioni per il biennio 2025-2026. Inoltre viene istituito presso il ministero della Salute uno Fondo per i test Next-Generation Sequencing con una dotazione di 1 milione di euro per il 2024 per il potenziamento dei test di profilazione genomica come indagine di prima scelta o approfondimento diagnostico nelle malattie rare. In attesa dell’aggiornamento dei Lea, per consentire il potenziamento e l’accesso dei test Next-Generation Sequencing di profilazione genomica dei tumori per i quali sono disponibili farmaci prescrivibili con significativi livelli di evidenza e appropriatezza, il Fondo istituito con la manovra 2022 viene rifinanziato con 1 milione di euro.
Le modifiche confermano poi il parziale ripensamento sull’articolo 33 e quindi sul taglio dei coefficienti di calcolo per i periodi di contribuzione previdenziale precedenti al 1996. Il tetto della spesa farmaceutica per acquisti diretti è invece ritarato nella misura dell’8,5% dal 2024: di conseguenza, la soglia della spesa farmaceutica convenzionata è rideterminata nel valore del 6,8%. Resta fermo il tetto per acquisti diretti di gas medicinali allo 0,2%. Novità di favore pure per il personale della Croce Rossa Italiana, cui continua a essere corrisposta la differenza tra il trattamento economico in godimento, limitatamente a quello fondamentale ed accessorio avente natura fissa e continuativa, e il trattamento del corrispondente personale civile della Cri come assegno ad personam rimborsabile con i successivi miglioramenti economici conseguiti a qualsiasi titolo.
Viene poi confermato l’aumento di 3 miliardi nel 2024 e 5 miliardi a regime dal 2025 per la tornata contrattuale del pubblico impiego 2022-2024. Inoltre, al dicastero della Salute nasce un Fondo per alleggerire le spese veterinarie a beneficio degli over 65 proprietari di animali d’affezione con un Isee inferiore a 16.215 euro. Lo stanziamento è di 750mila euro per il triennio 2024-2026. La manovra conferma anche l’incremento della tariffa oraria delle prestazioni aggiuntive per medici (fino a 100 euro lordi) e infermieri o altro personale sanitario (fino a 60 euro lordi). Si tratta di una misura che, nelle intenzioni del Governo, dovrebbe servire a contrastare l’allungamento delle liste d’attesa e che costa 200 milioni l’anno per il personale medico e 80 milioni annui per gli altri sanitari.
Ribadite pure le nuove misure circa le modalità di distribuzione dei medicinali e la modifica del limite di spesa allo 0,4% del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard per gli acquisti di prestazioni da privati accreditati, sempre in ottica di riduzione delle liste d’attesa. Se invece si tratta di erogazioni (assistenza specialistica ambulatoriale e assistenza ospedaliera) ricomprese nei Lea, il limite di spesa per acquisti dai privati, risalente al 2011, può essere incrementato di un punto percentuale nel 2024, tre punti nel 2025 e quattro punti percentuali a decorrere dal 2026. Ancora sui Lea: per consentirne l’aggiornamento vengono vincolati 50 milioni di euro nel 2024 e 200 milioni a decorrere dal 2025, a valere sul finanziamento statale del fabbisogno sanitario nazionale standard.
Confermata l’assegnazione in via transitoria, anche per il 2024, delle quote premiali accantonate a valere sulle risorse del Ssn a beneficio delle Regioni che abbiano riequilibrato i bilanci. Per l’anno prossimo questo tesoretto sale allo 0,5%. Non cambiano poi le disposizioni in materia di lavoratori frontalieri e contributo al Servizio sanitario nazionale, mentre il riassetto dell’assistenza territoriale, anche in ottica Pnrr, si vede ribadito lo stanziamento di 250 milioni nel 2025 e 350 milioni annui a decorrere dal 2026, soldi che serviranno anche a sostenere i costi della nuova figura dell’Infermiere di famiglia e comunità. Invece, per garantire quanto previsto dalla legge 38/2010 in tema di cure palliative e terapia del dolore, a decorrere dal 2024 ci sono 10 milioni annui in più a disposizione. Confermati pure 240 milioni nel 2025 e 340 milioni l’anno dal 2026 per il perseguimento degli obiettivi sanitari di carattere prioritario e di rilievo nazionale.
C’è ancora in legge di Bilancio il contributo di un milione di euro, a decorrere dall’anno prossimo, in favore dell’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e per il contrasto delle malattie della povertà (Inmp). E viene prevista una procedura ad hoc per gli investimenti in immobili sanitari da parte di Inail. Infine, sul fronte della spending review, il ministero della Salute dovrebbe risparmiare 13,8 milioni nel 2024, 19,7 nel 2025 e 21 nel 2026.