I ritardi nei pagamenti dei supplenti scolastici non sono una novità nel mondo della scuola. Se si va indietro nell’archivio di OrizzonteScuola, periodicamente ci ritroviamo davanti a storie, denunce di casi e promesse di intervento.
Già ad ottobre, la nostra redazione raccoglieva testimonianze di casi di ritardi. Eclatante il caso di 1.700 docenti supplenti che denunciavano di non aver ricevuto i mesi di settembre ed ottobre. “Migliaia senza stipendio“, affermavano sottolineando che alcuni colleghi, impossibilitati a sostenere le spese di alloggio fuori sede, erano stati costretti a tornare a casa.
Il mancato pagamento, come si può facilmente immaginare, ha gravi conseguenze economiche per i docenti interessati: dal pagamento dell’affitto per quanti scelgono di spostarsi dalla propria residenza, a problematiche che arrivano anche a toccare i beni di prima necessità.
A volte le denunce da parte dei precari mostrano come il fenomeno non sia distribuito equamente su tutto il territorio, ma spesso si distribuisca a macchia di leopardo.
Al tempo la Gilda, in una nota ufficiale, aveva chiesto al Ministero dell’Istruzione e del Merito di intervenire tempestivamente per sbloccare i pagamenti arretrati e garantire il rispetto dei tempi di accredito. Chiedendo interventi che evitino gli stessi disagi anche in futuro. Sindacato che è tornato all’attacco nei giorni scorsi, denunciando il mancato accreditamento degli stipendi di molti docenti precari. In questo caso il Ministero ha rimandato l’accusa al mittente, sostenendo che i ritardi erano temporalmente contenuti.
Su Open, il coordinatore della Gilda, Carlo Castellana, attacca il sistema di pagamento degli stipendi dei docenti precari, sostenendo che con la centralizzazione al Mef, introdotta tramite un sistema informatico, sono emerse nuove criticità che vi sintetizziamo di seguito.
Centralizzazione e limiti del sistema del Mef
In particolare:
- Trasferimento dei fondi: il Mef invia le risorse alle scuole solo quando disponibili, generando ritardi se il budget non è sufficiente;
- Gestione inefficace: la mancanza di fondi adeguati rispetto al numero di supplenti aggrava il problema.
Influenza dei concorsi Pnrr
Sempre secondo Castellana, i concorsi Pnrr hanno contribuito ad aumentare le supplenze brevi, poiché circa 50.000 posti per docenti di ruolo sono rimasti vacanti in attesa dei vincitori. Questo ha comportato:
- Maggior ricorso ai supplenti: per coprire i posti vuoti;
- Budget insufficiente: l’aumento delle supplenze non è stato accompagnato da risorse adeguate.
Problemi burocratici
La complessità delle procedure burocratiche peggiora ulteriormente la situazione:
- Autorizzazioni mensili: le scuole devono autorizzare ogni mese i pagamenti, rischiando blocchi per errori procedurali;
- Ritardi delle ragionerie: anche brevi slittamenti nell’elaborazione dei contratti possono posticipare gli stipendi al mese successivo.