Rinnovo pubblici dipendenti, statali contratti, forze dell’ordine, militari, polizia: approvati emendamenti, iter voto prosegue
Stando al cronoprogramma di massima, il 24 è in calendario l’avvio dell’esame in Aula del testo sull’aumento degli stipendi degli statali.
AGGIORNAMENTO: Domani martedì, se tutto andrà come previsto nelle ultime notizie e ultimissime, ci sarà l’esame del Gruppo relativo al contollo dei Budget per decidere quali emendamenti compresi quelli per il rinnovo dei contratti statali, dipendenti pubblici far passare per ulteriore confronto e voto. Non ci sono come detti, comunque, grandi spazi suprattutto di budget
Si resta in attesa di analizzare fino in fondo gli emendamenti al teso nella parte che riguarda la pubblica amministrazione. In ballo c’è il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici, di cui vanno precisati il budget stanziato e le modalità della sua distribuzione, e il riordino delle carriere del personale delle forze dell’ordine, con tanto di nuove assunzione. Messa alla spalle questa prima fase, le votazioni inizieranno il 17 novembre. Poi, il 22 è previsto il voto del mandato e il 24 l’inizio dell’esame in Assemblea. Insomma, c’è ancora molta da lavorare anche in questo ambito sul rinnovo del contratto degli statali.
In questo contesto continuano ad apparire interessanti le osservazioni della magistratura contabile, secondo cui il budget stanziato è semplicemente basso. Quanto occorrerebbe? Circa 1,7 miliardi di euro. Non solo, più volte è stata richiamata l’attenzione sulla necessità che con la nuova contrattazione venga avviato il processo di riequilibrio delle componenti accessorie della retribuzione, in favore di istituti volti a incentivare il merito individuale e il recupero di produttività delle diverse amministrazioni. Di conseguenza, diventano indispensabili “specifiche indicazioni e destini specifiche risorse in tal senso e che il successivo atto di indirizzo per la contrattazione dia all’Aran vincolanti principi per le trattative”.
Ci sono invece novità per il personale in eccesso delle Camere di commercio. Nel testo esaminato nel corso dell’ultimo Consiglio dei ministri spunta la possibilità di chiedere l’uscita anticipata per chi matura i requisiti previdenziali entro i tre anni successivi. L’uscita anticipata è su opzione dell’interessato. Per chi decide di smettere anzitempo è previsto un assegno straordinario pari al 60% del trattamento economico fondamentale e accessorio, con l’esclusione delle voci variabili. Il finanziamento è a carico delle aziende speciali e delle camere. Oltre all’assegno straordinario, a chi sceglie il congedo prima è garantito il pagamento dei contributi ancora da versare per la prosecuzione in forma volontaria fino alla maturazione dei requisiti.
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