Non solo lo sblocco degli stipendi dei dipendenti pubblici: sono tante altre le questioni delicate al centro della riunione di questa mattina.
Riflettori puntati nella giornata odierna in cui sindacati e Aran, l’Agenzia che rappresenta il governo, cercheranno di porre le basi dell’intesa sulle nuove regole per i contratti a tempo nella pubblica amministrazione, con limiti alle proroghe e al ricorso, ma anche del rinnovo del contratto degli statali, inclusi i docenti e le forze dell’ordine, e le nuove assunzioni, a iniziare dal precariato. La riforma si combina infatti con il piano di stabilizzazione previsto dal decreto Madia e le novità in fatto di reclutamento, che arriveranno entro il prossimo mese. Il percorso appare in salita per il solito motivo: l’indisponibilità dell’esecutivo a investire molte risorse sugli statali con la prossima manovra, preferendo contenere le spese ovvero concedere aumenti non a pioggia ma legati alla produttività.
Si parla da tempo di un surplus medio di 85 euro, ma questo importo va armonizzato con il bonus di 80 euro, legato alle fasce di reddito. Il punto principale è appunto quello del cumulo: il rischio per i dipendenti pubblici è di incassare 85 euro al mese, ma di perdere il precedente bonus per cui lo sblocco degli stipendi si tradurrebbe in un miglioramento economico di circa 5 euro. D’altronde se il conteggio degli 80 euro non venisse preso in considerazione si creerebbe una eccezione sia nei confronti dei lavoratori del comparto privato e sia degli altri dipendenti pubblici, esclusi dal bonus perché ricevono uno stipendio annuo fuori parametri.
Rinnovo contratti statali: al via il tavolo di contrattazione
Si riapre oggi lunedì 28 agosto 207 il tavolo sulla contrattazione sui dipendenti pubblici e aspiranti tali, per fare il punto sui temi trasversali alle varie anime del pubblico impiego. perché poi si tratta di un comparto che presenta varietà e differenziazione sedimentate nel tempo e di cui occorre tenere conto E il precariato è uno dei temi al pari della annosa questione delle assenze, straordinariamente più elevate nel pubblico anziché nel privato. Sulla malattia però il cambiamento più rilevante, che scatterà il primo settembre 2017, è il passaggio delle competenze sulle visite dalle Aziende sanitarie locali all’Istituto nazionale previdenza sociale. L’obiettivo della riscrittura delle regole sui contratti a termine è impedire la creazione di eserciti di precari dopo che le assunzioni straordinarie dovrebbero sanare circa 50.000 posizioni, almeno secondo quanto annunciato da Palazzo Chigi.
Tra pubblico e privato: stessi diritti, regole diverse?
La normativa dovrà essere allineata a quella del privato, traducendo nella pubblica amministrazione le novità introdotte dalle norme del privato. Ecco che la quota dei contratti a termine in via generale non potrà superare il 20% e dopo i 36 mesi saranno possibili rinnovi solo in determinate situazioni, come l’avvio di nuove attività, cambiamenti tecnologici, prosecuzione di progetti, il rinnovo di un contributo finanziario. A stabilire questi punti fermi è l’atto di indirizzo del ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia.
I negoziati che riprendono adesso tra Aran e sindacati dovranno disciplinare il tutto nel dettaglio, anche per quanto riguarda le pause tra un rapporto di lavoro e l’altro, che oggi nel privato vanno dai 10 ai 20 giorni. Nel pubblico non è possibile sanzionare la violazione dei termini con la trasformazione del contratto da precario a fisso. Il tavolo di oggi sui rinnovi si occuperà anche del riordino delle regole sui fondi per il salario accessorio, di sanzioni disciplinari e del pacchetto che va dalle assenze ai permessi.
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