I premi assegnati ai dipendenti pubblici saranno determinati anche dal voto dei cittadini. È una delle novità contenute nella bozza di riforma del Pubblico impiego che sarà discussa oggi in un vertice tecnico tra governo e sindacati. Come scrive Il Messaggero, l’ultima bozza della riforma Madia prevede che “i cittadini e le organizzazioni della società civile” partecipino “alla promozione delle performance organizzative attraverso un ruolo attivo nel processo di valutazione”. Detto in parole semplici: i cittadini potranno dare un voto al dipendente pubblico che si trovano di fronte allo sportello, e da quel voto dipenderanno premi e incentivi destinati (o meno) al dipendente in questione.
In base al testo – scrive ancora Il Messaggero – le amministrazioni dovranno predisporre dei “sistemi di rilevazione del grado di soddisfazione degli utenti delle attività e dei servizi erogati”. E i risultati di questa rilevazione, insieme alle segnalazioni scritte pervenute direttamente dai privati, dovranno essere obbligatoriamente trasmesse agli organismi indipendenti di valutazione, che dovranno tenerne conto nei loro giudizi.
La riforma, inoltre, prevede che le amministrazioni predispongano dei rimborsi automatici nel caso non siano rispettati standard di qualità nell’erogazione dei servizi.
Il confronto tra governo e sindacati sul nuovo decreto del Pubblico impiego inizierà oggi alle 12; già in settimana potrebbe arrivare il primo via libera del Consiglio dei ministri. Tra i nodi al centro della trattativa ci sono le nuove regole sui “premi di produttività” per i dipendenti pubblici: una partita da 8 miliardi di euro.
Il Sole24Ore si concentra sulle figure direttive: “Sulla valutazione si riparte dai dirigenti. Si rilancia l’idea di ancorare la retribuzione legata al risultato agli obiettivi individuali da scrivere nel contratto”. Sempre sul quotidiano di Confindustria si fanno anche le cifre: “Trattativa da otto miliardi sui premi agli statali”. Le parti variabili pesano in media 2.300 euro a busta paga.