Riforma Pensioni, Poletti: possibile una revisione della speranza di vita
Scritto da Bruno Franzoni
Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti fissa ulteriori linee di azione per rivedere la Legge Fornero. Studiamo una soluzione per quanto riguarda i giovani nel sistema contributivo.
Il Ministro del Lavoro Giuliano Poletti apre ad un secondo intervento sulle pensioni nel 2017. Rivolto in particolare ai giovani nel sistema contributivo per agevolare il raggiungimento di una pensione dignitosa. Ma non solo. «Sul tavolo del confronto con i sindacati il prossimo anno avremo due temi chiave per i giovani: come garantire l’adeguatezza delle pensioni, soprattutto con carriere discontinue, e come differenziare l’età pensionabile in relazione all’aspettativa di vita, che non è e non può essere uguale per tutti i lavori».
E sulle misure che saranno contenute nella legge di Bilancio Poletti parla chiaro: ci saranno almeno 60mila uscite tra Ape Agevolata e quota 41 per i lavoratori precoci a cui si aggiungeranno le facilitazioni per chi potrà cumulare gratuitamente i contributi sparsi in più gestioni previdenziali e chi fruirà dell’APE volontaria. In totale saranno oltre 100mila le uscite agevolate dal prossimo anno. “Il che non significa centomila nuovi posti di lavoro, ma una certa quota sì». Quanto al secondo intervento del 2017 Poletti ricorda che c’è “un ragionamento aperto”. “In primo piano c’è proprio il tema dell’adeguatezza delle pensioni dei giovani che, per i redditi bassi e le carriere discontinue, corrono più rischi previdenziali. Due sono le linee di azione. Una è quella della previdenza integrativa e dunque degli strumenti per rafforzare l’adesione. Un’altra è la previsione di un intervento che permetta, nei casi di maggiore fragilità contributiva, di poter contare su uno zoccolo duro, una base di appoggio stabile, una sorta di trattamento di garanzia minimo che consenta una vita decorosa”, una sorta di zoccolo di garanzia dato che le pensioni nel sistema contributivo non possono essere più integrate al trattamento minimo.
«Il tema è posto, la soluzione va trovata. Dobbiamo certamente provare a pensare a qualcosa del genere. In Francia hanno cominciato a immaginare una sorta di libretto contributivo personale nel quale c’è anche un intervento pubblico che permette di arrivare a soglie minime». L’altro tema è differenziare lasperanza di vita. «E’ un dato di fatto che l’aspettativa di vita non è identica per tutte le professioni. Già oggi abbiamo usato un criterio di questo tipo per l’individuazione di platee di lavoratori che svolgono attività gravose e che, come tali, hanno accesso agevolato all’ Ape sociale e al canale dei precoci. Lungo questa pista bisognerà fare ulteriori riflessioni. Bisognerà trovare elementi di oggettività legati a fattori di rischio o di gravosità dei lavori che determinano un’aspettativa di vita differenziata e che, dunque, dovrebbero poter avere età pensionabili ugualmente differenziate».
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