Riforma pensioni 2016: 6 strade per l’uscita anticipata, costerà 4 miliardi in più
Riforma pensioni 2016: l’Ufficio Bilancio mostra, in due tavole, le possibilità di uscita anticipata e i costi della flessibilità. La riforma pensioni costerà 4 miliardi. Ecco tutte le informazioni utili
5 Dicembre 2016 – 14:56 Anna Maria D’Andrea
Riforma pensioni 2016: ci saranno 6 strade possibili per l’uscita anticipata dal lavoro. Secondo i calcoli dell’Ufficio Bilancio le novità che entreranno in vigore nel 2017 costeranno allo Stato circa 4,1 miliardi di euro in più nei prossimi tre anni.
Un costo ingente quello che lo Stato dovrà affrontare per le novità in materia di pensioni che dal prossimo anno consentiranno ad alcune categorie di lavoratori di accedere alla pensione anticipata, ovvero prima del raggiungimento del requisito anagrafico.
La riforma pensioni 2016 è riuscita ad accontentare la maggior parte dei lavoratori che chiedevano maggiore flessibilità in uscita e, inoltre, ha introdotto importanti novità per quel che riguarda la pensione anticipata. Nel 2017 partirà la sperimentazione dell’Ape e dell’Ape Sociale. Nel primo caso, i lavoratori potranno accedere in anticipo alla pensione grazie ad un prestito erogato dalle banche e da restituire, per 20 anni, al raggiungimento del requisito anagrafico di vecchiaia. Con l’Ape Sociale invece sarà concessa la possibilità di accedere alla pensione anticipata senza tagli al trattamento previdenziale. Sarò lo Stato a farsi carico della spesa necessaria.
L’Ufficio parlamentare di Bilancio, illustrando le 6 possibili strade di accesso alla pensione anticipata, ha calcolato che per l’attuazione della riforma pensioni 2016 il costo complessivo sarà di 4,1 miliardi per 3 anni.
Parallelamente però nella nota pubblicata sul sito upbilancio.it si legge che la riforma pensioni 2016 prevede un nuovo sistema di flessibilità in materia previdenziale, selettiva e mirata, nei confronti di determinate categorie di lavoratori.
Vediamo nel dettaglio le 6 possibilità di uscita anticipata dal lavoro e i costi necessari per l’attuazione e la riuscita della riforma pensioni 2016.
Riforma pensioni 2016: 6 strade per l’uscita anticipata. Costerà allo Stato 4 miliardi
La riforma pensioni 2016 comporterà spese maggiori per lo Stato quantificate, dall’Ufficio parlamentare di Bilancio, in 4,1 miliardi per il prossimo triennio. Non si tratta di conti spropositati, tenendo conto delle importanti novità che saranno introdotte per le pensioni 2017.
Tra le misure previste nella Legge di Bilancio 2017, al momento ferma al Senato a seguito del risultato del referendum costituzionale che ha portato alle dimissioni del Governo Renzi, i maggiori oneri a carico dello Stato riguarderanno soprattutto l’Ape Sociale, la possibilità di pensione anticipata per i lavori cosiddetti usuranti e la ricongiunzione gratuita dei contributi, estesa anche in favore dei professionisti.
L’iter di approvazione e discussione della riforma pensioni 2016 non si può dire sia stata povera di scontri: in totale, gli emendamenti presentati superano quota 100 ma quella che entrerà in vigore nel 2017 sarà una riforma delle pensioni che per la prima volta crea un sistema di flessibilità selettivo e mirato nei confronti di determinate categorie di lavoratori.
I 4,1 miliardi calcolati dall’Ufficio parlamentare di Bilancio serviranno a garantire le 6 forme di flessibilità. Chi potrà andare in pensione anticipata e quali saranno le opzioni previste dopo l’approvazione della riforma pensioni 2016? Ecco tutte le informazioni utili su flessibilità e pensione anticipata 2017.
Leggi anche -> Pensioni, chi potrà andare in pensione anticipata nel 2017?
Riforma pensioni 2016: le 6 strade dell’anticipo pensionistico
Nel breve documento diffuso dall’Ufficio parlamentare di Bilancio vengono illustrate quelle che saranno le 6 strade per l’anticipo pensionistico nel 2017, ovvero dopo l’approvazione della riforma pensioni 2016 contenuta nella Legge di Bilancio.
A scanso di ulteriori modifiche consistenti, dal prossimo anno si aprirà – per la prima volta – la strada di un sistema previdenziale flessibile, selettivo e mirato. Dopo l’iter di approvazione della riforma pensioni 2016 in Senato le strade per l’anticipo pensionistico saranno l’Ape Sociale, l’anticipo per i lavoratori precoci Quota 41, per i lavoratori che hanno svolto attività usuranti, l’ottava salvaguardia per gli esodati, la proroga di Opzione donna e il rifinanziamento dal 2017 al 2021 della pensione di vecchiaia anticipata per i giornalisti di aziende in ristrutturazione.
Nel calcolo di 4,1 miliardi dell’Ufficio parlamentare di bilancio è esclusa l’altra importante novità della riforma pensioni 2016, ovvero l’Ape, la pensione anticipata il cui costo è a carico però del lavoratore.
In sostanza, a partire dal 2017 i lavoratori potranno accedere alle seguenti modalità di uscia flessibile dal lavoro:
- Ape Sociale: rivolta a disoccupati che hanno esaurito da almeno 3 mesi il diritto all’assegno di disoccupazione; lavoratori che assistono da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado affetto da grave disabilità (legge 104/92); lavoratori con disabilità pari almeno al 74%; lavoratori impegnati da almeno 6 anni in mansioni gravose. Si può accedere all’Ape Sociale con almeno 63 anni d’età e 30 di anzianità contributiva.
- Precoci Quota 41: lavoratori con 12 mesi di contribuzione, anche non continuativi, prima del compimento di 19 anni e con 41 anni di anzianità, disoccupati che hanno esaurito il diritto all’assegno di disoccupazione; che assistono al ameno 6 mesi il coniuge o parente di primo grado affetto da grave disabilità (legge 104/92); con invalidità civile superiore o uguale al 74%; impiegati in categorie di lavoro gravose.
- Lavori usuranti: lavoratori impiegati da almeno 7 anni negli ultimi 10 anni o almeno metà della vita lavorativa in attività gravose e usuranti. Requisito contributivo: 35 anni di anzianità e requisito anagrafico 61 anni e 7 mesi.
- Esodati, ottava salvaguardia: lavoratori in mobilità entro il 31 dicembre 2014;
- Opzione donna: prorogata fino al 31 luglio 2016; potranno accedervi le lavoratrici di 57-58 anni di sul quarto trimestre 2015 che hanno versato almeno 35 anni di contributi;
- Pensione anticipata giornalisti di imprese in crisi: giornalisti con almeno 58 anni di età e 18 anni di contributi Inpgi non titolari di altro trattamento previdenziale.
Si tratta di importanti misure che, come affermato dal Governo e come sottolineato nella nota dell’Ufficio parlamentare di Bilancio, aprono la strada ad un sistema previdenziale meno rigido e più flessibile nei confronti di determinate categorie di lavoratori. Adesso l’attesa è per la ripresa della discussione in Senato; si teme infatti che con la caduta del Governo Renzi a seguito dell’esito negativo del referendum costituzionale le novità sulle pensioni 2017 saranno temporaneamente bloccate o riviste.
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