Fabiana Dadone definisce lo sciopero dei sindacati “una scelta abnorme”. “Il 50% è una soglia minima, poi ognuno si organizzi in base alle proprie peculiarità”.
Smart working: parla la ministra Dadone
“Lo sciopero? Non ho remore a definire abnorme la scelta dei sindacati”. Lo dichiara in un’intervista a La Stampa il ministro della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone, secondo la quale “dobbiamo evitare un nuovo lockdown generalizzato e tenere insieme la tutela della salute con l’erogazione dei servizi a cittadini e imprese”. Dadone poi assicura che “da parte nostra c’è sempre stata ricerca di dialogo e poi risposte nei fatti”, pertanto “uno sciopero in piena pandemia, e con la necessità per la Pa di supportare la ripresa del Paese, potrebbe apparire davvero poco giustificabile”.
Smart working: “Ciascuna amministrazione può aumentare in base alle necessità”
E sulla soglia minima del 50% da lei stessa fissata, invitando chi può a fare di più, la ministra Dadone osserva: “Si trattava di una percentuale secca e da metà settembre. Con il Dpcm del 13 ottobre invece abbiamo specificato che si tratta di una soglia minima che ciascuna amministrazione può aumentare in base alle proprie peculiarità: attività, capacità organizzative, requisiti tecnologici. Ci saranno enti capaci di arrivare persino all’80-90% ed enti che dovranno ancora implementare strumenti e procedure ‘agili’”.
E ai sindacati lamentano anche le scarse risorse per il rinnovo del contratto dice: “È una dote nettamente superiore rispetto alla precedente tornata: potranno essere riconosciuti incrementi del doppio rispetto all’inflazione e, dunque, una crescita dei salari non solo in termini nominali, ma anche reali. In un momento di straordinaria difficoltà del Paese è un risultato di grande rilievo”.
Smart working: “Non c’era tempo per un accordo ad hoc”
Il punto di divisione con i sindacati è lo smart working e l’uso che se ne fa, che a loro avviso rischia di mettere in discussione la contrattazione. Alla contestazione Dadone replica: “La contrattazione non viene intaccata dal decreto e non mi sognerei mai di farlo, anzi si richiama specificatamente il confronto sul lavoro agile, come previsto dai contratti e nel protocollo del 24 luglio”.
Secondo il ministro della Pa, poi, “ci sono esigenze organizzative collegate all’emergenza pandemica che richiedono una risposta rapida per tutelare la salute e assicurare i servizi” e pertanto visto l’emergenza incalzante “non c’era tempo per un accordo quadro ad hoc, è evidente”, dice a discarico del governo.
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