Sono 209 i miliardi del Recovery Fund destinati all’Italia e corrispondono ad almeno 4 leggi finanziarie. Si tratta di un bel gruzzolo che potrebbe servire a risolvere parecchi problemi, a patto di essere usato bene.
Il 23 settembre la ministra Azzolina ha spiegato in Commissione Cultura della Camera come si potrebbe utilizzare la parte da destinare alla scuola.
Il primo obiettivo è quello di migliorare le condizioni generali della edilizia scolastica, perché “la scuola deve essere prima di tutto sicura”; l’idea è quella di puntare molto sulla costruzione di nuovi edifici, per svariate ragioni a partire dalla necessità di mettere in circolo risorse importanti anche per dare impulso all’economia reale.
Un altro grande obiettivo riguarda la transizione al digitale; secondo la Ministra bisogna migliorare le competenze sia degli studenti sia dei docenti e di tutto il personale scolastico; Azzolina ha parlato della creazione di 2.700 Digital Labs, laboratori di avanguardia, uno per ogni scuola secondaria di secondo grado.
E si parla anche dell’attivazione di una piattaforma nazionale di supporto e accompagnamento per lo sviluppo di competenze digitali.
Senza però dimenticare la necessità di rafforzare gli istituti tecnici superiori e di sostenere le esigenze degli alunni con disabilità: in proposito la Ministra ha accennato anche alla possibilità di creare Centri supporto e sportelli di consulenza per aiutare gli alunni con autismo.
Nessun riferimento all’adeguamento degli stipendi del personale come invece chiedono da tempo le organizzazioni sindacali.
E il motivo è semplice: le regole europee non consentono di utilizzare i soldi del recovery fund per spese di personale e men che meno per finanziare i contratti nazionali: per queste voci bisognerà trovare altre risorse con la prossima legge finanziaria.
Lucia Azzolina ha però accennato alla possibilità di usare il fondo per ridurre il numero degli alunni per classe, ipotesi su cui diversi deputati intervenuti nel corso del dibattito hanno espresso qualche perplessità.
Il problema maggiore è tuttavia un altro: i tempi del recovery fund sono lunghi, ci vorranno parecchi mesi per averli e per spenderli.