Gli stipendi rappresentano la quota maggiore della spesa per l’istruzione in ogni Paese, secondo quanto emerge dal rapporto OCSE che analizza i dati di 69 Paesi che hanno partecipato all’indagine OCSE-PISA 2015 per individuare le più efficaci politiche per l’insegnamento.
Si legge nel rapporto “Non dovrebbe quindi sorprendere che i responsabili politici di tutto il mondo abbiano dedicato negli ultimi anni sempre maggiore attenzione a riformare la professione docente, in uno sforzo di miglioramento dell’apprendimento degli studenti e per rendere l’istruzione più equa e inclusiva.”
In circa la metà dei 69 Paesi ed economie esaminati, gli insegnanti delle scuole con un’alta concentrazione di studenti svantaggiati tendono ad avere qualifiche o credenziali inferiori rispetto agli insegnanti delle scuole più avvantaggiate. E nei sistemi educativi in cui ciò viene osservato – tra cui Francia, Italia, Paesi Bassi, il sistema scolastico pubblico degli Stati Uniti – il divario nel rendimento degli studenti in relazione allo status socio-economico tende ad essere più ampio che in Paesi come Canada, Finlandia, Giappone o Corea, dove le qualifiche, le credenziali e l’esperienza degli insegnanti sono più equilibrate tra le scuole.
L’autonomia delle scuole, per quanto riguarda la scelta dei docenti, “non è un ostacolo all’equità nell’accesso ad un insegnamento di qualità, contrariamente a quello che si potrebbe temere; al contrario, la maggior parte dei Paesi che hanno decentrato le politiche di gestione dei docenti sono stati in grado di mettere in atto dei correttivi, in termini di allocazione delle risorse, che permettono alle scuole più svantaggiate di essere attrattive per i docenti più esperti e qualificati“.
Il rapporto raccomanda di creare le condizioni che permettano veramente di attrarre insegnanti qualificati e efficaci nelle scuole più “difficili”; e di aumentare, in parallelo, le responsabilità dei capi di istituto, “che possono svolgere, se preparati per questo compito, un ruolo importante per attrarre, accompagnare, e formare docenti che rispondono alle esigenze della realtà educativa locale”.
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