E’ legge il decreto Flussi che contiene la proroga all’esercizio della professione per i sanitari in deroga al riconoscimento dei titoli. Nursind: “Un altro errore dopo gli infermieri indiani”. Fnopi e Fnomceo: “Delegittimato il nostro lavoro”
Il personale straniero potrà esercitare in Italia fino al prossimo 2027, in deroga al riconoscimento delle qualifiche professionali. La misura è contenuta all’interno del decreto Flussi approvato in via definitiva al Senato, dopo il via libera la settimana scorsa alla Camera. Si tratta di una proroga che però fa storcere il naso agli Ordini di medici e infermieri, oltre che al sindacato Nursind. Proprio il Nursind va all’attacco bocciando la linea d’intervento tenuta fino a questo momento sul personale: “Sul personale non ci siamo”, ha tuonato infatti il segretario nazionale Andrea Bottega. “L’intera strategia che si sta adottando ci lascia molto perplessi e questo vale sia per la decisione di ricorrere a infermieri dall’India, con lo scopo di provare a sopperire alla carenza cronica di professionisti, sia per quanto previsto nel decreto Flussi”.
Qual è la questione posta dal sindacato? “Riguardo agli infermieri provenienti dall’India – ha ricordato Bottega – abbiamo diverse volte sollevato dubbi, sottolineando come si tratti di una misura tampone che potrà aiutare il sistema a galleggiare nel breve termine, ma che già nel medio periodo si rivelerà fallimentare, lasciando ancora una volta scoperto il nostro Ssn. Se guardiamo al decreto flussi, poi, la nuova proroga all’esercizio temporaneo della professione in Italia da parte di personale straniero, inclusi gli infermieri, fino al 2027, in deroga al riconoscimento delle qualifiche professionali, è un altro errore. Grave, visto che il governo Meloni continua ad additare ai passati esecutivi una totale mancanza di programmazione. Ci sfugge, infatti, la ratio di questa misura che sembra cristallizzare il tempo come se ancora vivessimo in epoca Covid, anziché mettere in campo interventi duraturi in grado di dare stabilità e rilanciare il Ssn, ma anche di garantire standard di cure elevate e sicure ai cittadini”.
Non sono più teneri Fnopi e Fnomceo. Secondo i presidenti Barbara Mangicavalli e Filippo Anelli, infatti, “il decreto Fllussi sta delegittimando l’attività degli Ordini professionali come enti sussidiari dello Stato, perché permette di continuare a esercitare le professioni sanitarie senza nessuna regolamentazione” di qui l’appello che lanciano al presidente delle Regioni, Massimiliano Fedriga “affinché in Conferenza delle Regioni approvi il prima possibile l’atto d’intesa già predisposto da tempo, che regoli questo percorso e che ponga tutti i professionisti, italiani e stranieri, sullo stesso livello. Serve subito una soluzione”.
Il perché di tale urgenza lo spiegano sempre i due Ordini: “L’unico vincolo è quello di essere iscritti nell’Ordine del Paese di provenienza – hanno evidenziato – ma non c’è nessuna valutazione rispetto all’equivalenza dei titoli, al percorso formativo. Soprattutto, non c’è una previsione di iscrizione, che è ciò che le Federazioni avevano chiesto e che era contemplato nell’atto, in un elenco speciale tenuto dagli Ordini per poter esercitare un controllo deontologico su questi colleghi. Quindi noi troveremo in Italia cittadini assistiti da persone che probabilmente hanno una qualificazione adeguata, ma nessuno potrà mai averne la certezza perché non c’è un sistema di monitoraggio, così come non c’è un controllo deontologico, previsti invece nell’intesa. E questo in un momento in cui, dopo i recenti fatti di cronaca, tutti chiedono, da parte degli Ordini, maggiori garanzie e controlli più stringenti”.
La sicurezza delle cure, appunto. Tasto sul quale hanno battuto molto anche gli infermieri Nursind che temono un Ssn “costretto a barcamenarsi tra operatori sanitari di cui potrà testare il percorso di formazione e le qualifiche solo sul campo”. Mentre “la sanità pubblica – ha concluso il segretario Bottega – ha bisogno che si investa in maniera concreta sul personale e principalmente sugli infermieri, che sono i professionisti di cui oggi si stanno perdendo le tracce e di cui c’è più bisogno. Tutto il resto infatti è solo un modo per tergiversare e perdere tempo”. Sulla stessa lunghezza d’onda Fnopi e Fnomceo: “Dobbiamo uscire da queste soluzioni temporanee, non risolutive e poco pensate che, proroga dopo proroga, diventano strutturali. Il tema della carenza del personale sanitario deve essere affrontato in maniera sistemica e connotato con dei requisiti di solidità e di rigore, con regole uguali per tutti i professionisti e identiche garanzie per tutti i cittadini”.