Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera al decreto Quota 100. In via sperimentale per il triennio 2019-2021, si potrà andare in pensione con 62 anni e un’anzianità contributiva minima di 38 anni.
I lavoratori con contribuzione a partire dal 1° gennaio 1996 potranno riscattare periodi di mancati versamenti fino a un massimo di cinque anni.
L’onere è detraibile al 50% dall’imposta lorda con una ripartizione in cinque quote annuali costanti e di pari importo.
Se il riscatto è sostenuto dal datore di lavoro l’onere è invece deducibile dal reddito d’impresa o da lavoro autonomo.
Il riscatto può essere effettuato in unica soluzione o fino a 60 rate mensili, ciascuna di importo non inferiore a 30 euro senza applicazione di interessi per la rateizzazione.
Riscatto agevolato della laurea per under 45
Fino a 45 anni la facoltà di riscatto agevolato è esteso anche alla laurea.
La misura vale anche per coloro che hanno cominciato a lavorare o a versare dal primo gennaio 1996, cioè tutti coloro che ricadono integralmente nel sistema contributivo di calcolo delle pensioni (basato sui contributi versati e non sugli stipendi pregressi).
I lavoratori interessati possono riscattare i periodi fino a 5 anni.
Di sicuro non rientrano nel caso le eventuali attività in nero o non regolare, ma solo i veri periodi di non lavoro o comunque impegnati in corsi di formazione o i periodi di disoccupazione non coperta da versamenti contributivi.
Il riscatto dovrà riguardare solo i periodi, nella carriera dell’assicurato, di competenza del metodo contributivo e consentirà l’accredito degli anni riscattati solo ai fini del diritto pensionistico senza aumentare la misura dell’assegno. L’onere sarà calcolato in modo forfettario.
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