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GLI ESPERTI RISPONDONO

Manovra, sanità a bocca asciutta. E il malcontento di medici e infermieri cresce

L’incontro di oggi col ministro della Salute Schillaci fa tramontare qualsiasi speranza di poter ancora migliorare la legge di Bilancio. Nursind parla di “grande delusione”, l’Intersindacale medica di “risorse inadeguate”. Anaao-Assomed già pensa a nuove forme di protesta

“Lasciate ogne speranza, voi ch’intrate”: le parole del sommo poeta rendono bene il malcontento generale che ha destato l’incontro di oggi del minsitro della Salute Orazio Schillaci con infermieri e medici. Un confronto che ha stroncato qualsiasi possibilità di migliorare sul fronte del Ssn la manovra. “Grande delusione” è stata espressa innanzitutto dal Nursind “di fronte all’impossibilità di reperire nuove risorse per sostenere il personale infermieristico più disagiato, ovvero i turnisti” che, come ha spiegato il segretario Andrea Bottega, “tra l’altro, sono i più esposti al fenomeno crescente delle dimissioni precoci”. Tant’è che la sigla ha parlato senza mezzi termini di infermieri che “restano a bocca asciutta. Un fatto ancor più grave a fronte della consapevolezza che tutti hanno ormai maturato nel Paese circa la grande emergenza che vive questa categoria”. Secondo Bottega, infatti, l’unico “aspetto positivo è stato aver riscontrato la disponibilità del governo a lavorare sul piano ordinamentale per valorizzare le professioni sanitarie non mediche, e in particolare quella infermieristica, nel provvedimento che sta prendendo corpo al Ministero”. Dopodiché, sul fronte della molto più urgente valorizzazione economica, la sola “possibilità d’intervento che ci è stata prospettata – ha rimarcato – sarà a partire dai saldi di bilancio delle prossime finanziarie 2026 e 2027” .

Al termine del tavolo di oggi, rimane sulle barricate l’Anaao-Assomed, annunciando ulteriori forme di protesta dopo lo sciopero del 20 novembre: “Pur apprezzando e riconoscendo l’impegno del ministro della Salute sulle maggiori risorse da assegnare alla voce Indennità di specificità medica e sanitaria, la strada intrapresa per raggiungere l’obiettivo non ci trova d’accordo – ha fatto presente il sindacato al tavolo – Avevamo infatti chiesto che questa voce fosse defiscalizzata e invece ci viene riproposto il suo incremento peraltro modesto quanto incerto che, se pure accordato, una volta tassato diventerebbe ridicolo. Non comprendiamo affatto la ratio di questa scelta, dal momento che il costo per lo Stato della defiscalizzazione sarebbe minore rispetto all’aumento in busta paga. Se parlassimo di 200 euro al mese nette in più, potremmo essere d’accordo, ma dal momento che le risorse a disposizione sono esigue, non possiamo che rifiutare le briciole”.

Non cambia lo spartito neppure per la Federazione Cimo-Fesmed. Il presidente Guido Quici ha sottolineato durante l’incontro, infatti, gli scarsi risultati ottenuti nella bozza di legge di Bilancio: l’abolizione del tetto alla spesa per il personale è del tutto assente, così come risultano non pervenuti il piano straordinario di assunzioni e la defiscalizzazione dell’indennità di specificità medica, mentre le risorse da destinare al Fondo sanitario nazionale sono diluite in più anni, come se la crisi della sanità pubblica potesse essere risolta a rate. È stata anche evidenziata la carenza di una visione generale del futuro del Servizio sanitario nazionale, senza la quale le risorse stanziate non saranno mai sufficienti, soprattutto se si considera che le Regioni non utilizzano interamente i fondi che hanno a disposizione o li destinano per finalità diverse da quelle previste.

Di risposte inadeguate infine ha parlato l’Intersindacale della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria composta composta da AAROI-EMAC, FASSID, FP CGIL Medici e Dirigenti SSN, FVM e UIL FPL Medici e Veterinari che il 13 novembre scorso ha dato il via ad un percorso di mobilitazione: “Il ministro Schillaci conferma che non sono nella sua disponibilita’ piu’ risorse, necessarie per salvare il Servizio sanitario nazionale, che evidentemente in questa legge di Bilancio non e’ una priorita’ del ministero dell’Economia e delle Finanza”.
“Ci è stato assicurato che almeno le risorse per l’indennità di specificità, se mai confermate nel 2026, saranno messe in busta paga aumentando la massa salariale, e quindi saranno rivalutate con i prossimi rinnovi contrattuali anche con i conseguenti vantaggi previdenziali, e non verranno invece convertite in una scriteriata defiscalizzazione, che oltre a svuotarne gli effetti previdenziali, aumenterebbe la sperequazione tra dirigenti medici e sanitari che operano tra loro in modo coordinato fianco a fianco nel Servizio sanitario nazionale, e porrebbe ancor più in difficoltà un rinnovo contrattuale le cui trattative partiranno gia’ in salita una volta emanato l’atto di indirizzo, di cui siamo ancora in attesa – ha continuato l’intersindacale – ma resta il fatto che in legge di Bilancio non sono previste risorse adeguate per finanziare a sufficienza il fondo sanitario nazionale, né per le assunzioni di personale, né per i contratti, e che le risorse extracontrattuali necessarie per valorizzare le specificità professionali sono scarse per il 2025 e rimangono una promessa fino al 2026, per questo la nostra mobilitazione continua con tutte le iniziative di protesta delle organizzazioni sindacali che compongono l’intersindacale e con le assemblee sindacali aziendali unitarie in tutto il Ssn”.

Di Pa.Al.
https://www.nursindsanita.it/articolo/6666/manovra,-sanita-a-bocca-asciutta-e-il-malcontento-di-medici-e-infermieri-cresce

FONTE: NURSIND SANITA’
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