Per la sanità, dal punto di vista finanziario, non sembra si intenda dare luogo a un effettivo rafforzamento strutturale del Ssn. Sono queste le conclusioni dell’Ufficio parlamentare di bilancio presieduto da Giuseppe Pisauro, audito in Parlamento sul ddl Bilancio 2022. Come arriva a queste conclusioni l’Upb? Considerando le previsioni tendenziali di spesa sanitaria della NaDef, spiega il presidente relazionando in Parlamento, nell’ipotesi che i maggiori finanziamenti del ddl di Bilancio per il 2022 si traducano per intero in maggiori erogazioni, l’incidenza sul Pil della spesa sanitaria sarebbe pari al 6,3 per cento nel 2024, una percentuale inferiore a quella del 2019 (6,4 per cento). La stessa osservazione, tra l’altro, fatta dalle Regioni sempre in sede di audizione.
Pisauro ha spiegato come l’emergenza dovuta alla pandemia abbia fatto emergere le carenze del Servizio sanitario nazionale (Ssn) e abbia spinto a un ripensamento sulle dimensioni del bilancio complessivo attribuito alla sanità e sulle azioni da compiere per rendere il sistema sanitario più resiliente. Gli investimenti del Pnrr sono un esempio della priorità oggi attribuita a questo settore, ma preludono ad un maggiore impegno anche in termini di spesa corrente.
Ma in che direzione vanno gli investimenti? Come spiegato in audizione, il ddl di Bilancio per il 2022 incrementa il finanziamento del Ssn di circa 2,3 miliardi nel 2022, 3,8 nel 2023 e 4,9 nel 2024, attraverso:
– un aumento del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard di 2 miliardi nel 2022, 3,2 nel 2023 e 4,2 nel 2024, che assicura una crescita complessiva di tale finanziamento di 2 miliardi l’anno rispetto al 2021;
– un rifinanziamento del fondo relativo ai farmaci innovativi;
– un ampliamento delle risorse per i contratti di formazione specialistica;
– una limitata riduzione del finanziamento per dare copertura alla proroga al 2022 del fondo per l’accesso ai servizi psicologici. Inoltre, sono destinati 1,85 miliardi nel 2022 all’acquisto di vaccini contro il Covid-19.
In sostanza, dunque, il ddl di Bilancio prevede principalmente misure di rafforzamento del personale (anche attraverso stabilizzazioni), la prosecuzione di alcuni interventi adottati nel corso dell’emergenza sanitaria (recupero delle liste d’attesa, mantenimento delle Usca), l’attuazione del piano di risposta a una pandemia influenzale, l’incremento del tetto sulla spesa farmaceutica e l’aggiornamento dei Lea (anche se resta inapplicata l’entrata in vigore dei Lea introdotti nel 2017 per l’assistenza specialistica ambulatoriale e per quella protesica). La maggiore spesa di personale, infine, assicurerà incrementi del gettito per 662 milioni nel 2022, 447 nel 2023 e 512 nel 2024.