Interrogazione alla Commissione E.U. sul mancato recepimento della direttiva 93-104-CE sull’orario di lavoro.
di GIUSEPPE PROVINZANO 17/09/2016
Gli Euro Parlamentari Marco Valli (EFDD) e Laura Agea (EFDD) hanno presentato alla Commissione U.E., il 20 giugno 2016, una interrogazione sul lavoro notturno e sul mancatore cepimento della direttiva 93/104/CE (ora 2003/88/CE1 leggi) in materia di organizzazione dell’orario di lavoro, a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori notturni esposti a rischi in Italia.
La Commissione prendendo atto della questione riguardante il lavoro notturno e usurante nel SSN scrive alle autorità italiane, fase precontenziosa prima di avviare una procedura di infrazione.
Sull’applicazione del giusto orario di lavoro la Commissione europea ha già richiesto nel mese di aprile ulteriori chiarimenti allo Stato italiano. Sulla vicenda si attendono ulteriori sviluppi.
Interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione: Euro Parlamentari Marco Valli (EFDD) e Laura Agea (EFDD).
“La direttiva 93/104/CE in materia di organizzazione dell’orario di lavoro,recepita in Italia con decreto legislativo n. 66/2003, impone agli Stati membri di adottare le misure necessarie affinché i lavoratori notturni che effettuano un lavoro comportante rischi particolari o rilevanti tensioni fisiche o mentali non possano lavorare più di 8 ore nel corso di un periodo di 24 ore.
Tale disposizione risulta tuttavia inapplicabile in Italia dal momento che, sebbene siano passati oltre dieci anni dall’entrata in vigore del decreto di recepimento, non è stato ancora emanato il decreto ministeriale previsto all’articolo 13, comma 3, che avrebbe dovuto stabilire l’elenco di lavorazioni notturne esposte al rischio, per le quali è fissato il limite massimo di 8 ore lavorative giornaliere.
In questo contesto, l’azienda socio-sanitaria ASST Santi Paolo e Carlo di Milano ha stabilito in modo unilaterale che le prestazioni lavorative notturne dei lavoratori impiegati sui turni articolati nelle 24 ore, compresi i medici, debbano superare la durata di 8 ore continuative, mettendo così a rischio la salute e la sicurezza del personale.
Considerato quanto sopra, la Commissione può precisare se ritiene che la direttiva 93/104/CE sia stata recepita in modo corretto e, in caso negativo, se intende avviare una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia al fine di garantire il pieno rispetto delle norme europee a tutela dei lavoratori notturni”?
Risponde Marianne Thyssen Commissario europeo per l’occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità del lavoro il 16.9.2016.
“La Commissione prende atto delle informazioni trasmesse dagli onorevoli deputati in merito all’applicazione della direttiva 2003/88/CE1(che abroga la direttiva 93/104/CE menzionata).
La Commissione contatterà le autorità italiane al fine di verificare se l’articolo 8, lettera b), della direttiva sia stato correttamente trasposto nell’ordinamento italiano.
Per quanto riguarda l’applicazione della direttiva nei singoli casi, la Commissione sottolinea che gli organismi nazionali di applicazione e gli organi giurisdizionali sono le autorità più idonee ad agire, considerate le circostanze e i fatti specifici di ogni caso”.
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