Gli stipendi dei manager che si occupano della sanità in Sardegna vanno oltre il tetto stabilito a livello nazionale. Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ora bacchetta la Regione: “Non in linea con la legge”. La replica: “Dati inesatti”.
CAGLIARI – Gli stipendi del direttore generale della Sanità sarda, assieme a quelli di direttori generali, direttori amministrativi e sanitari delle aziende ospedaliere andrebbero oltre il tetto massimo stabilito dal Governo a livello nazionale. A ribadirlo è stato nel pomeriggio il ministro della Salute Beatrice Lorenzin che ha risposto alla Camera a un’interrogazione del deputato del Centro Democratico, Roberto Capelli.
“La legislazione dello Stato italiano – ha affermato Capelli – ha stabilito il massimale per la retribuzione del Direttore generale e delle altre figure di responsabilità sanitaria locale in 155 mila euro. La Regione Sardegna e il suo Assessore alla Sanità Luigi Arru hanno ritenuto, invece, di poter arrivare tranquillamente ai 200 mila euro di base, fissando il massimale a 240 mila euro. Si tratta di una decisione inaccettabile”.
Dello stesso parere Lorenzin, che ha detto: “Con la nota del 30 settembre 2016 l’ufficio legislativo del Ministero della salute aveva formulato una serie di rilievi di costituzionalità nei confronti della approvata dalla Regione Sardegna su questo punto. Erano state censurate anche le disposizioni concernenti il trattamento economico dei direttori generali delle Aziende sanitarie della regione in quanto non rispettose dei parametri stabiliti a livello nazionale per la determinazione dei compensi. Disposizioni censurate, peraltro, anche dalla Ragioneria generale dello Stato. A seguito di questi rilievi – continua Lorenzin -, il presidente della regione aveva comunicato al Ministero della salute e al Dipartimento affari regionali della Presidenza del Consiglio dei ministri che la giunta regionale della Sardegna si sarebbe impegnata ad adottare e a proporre al consiglio regionale le modifiche normative richieste dal Ministero della salute. Devo constatare con grande rammarico – conclude – che, ad oggi, la regione Sardegna non ha provveduto ad apportare le dovute modifiche”.
In serata è arrivata la replica della Regione che parla di informazioni inesatte fornite al ministro: “il Presidente Pigliaru ha già assunto l’impegno di rivedere la parte della legge che riguarda i compensi dei direttori generali delle aziende sanitarie”. “E’ il caso di ricordare – afferma l’assessore della Sanità, Luigi Arru – che le risorse per il nostro sistema sanitario, stipendi compresi, sono a carico della Regione e certamente non del Governo nazionale. Ed è la Regione che, con l’Azienda unica, otterrà un risparmio di circa due milioni di euro di retribuzioni rispetto al passato, oltre che omogeneizzare assistenza e accesso alle cure a vantaggio dei pazienti. Questo è quello che conta, le polemiche sugli stipendi sono mero esercizio di demagogia”.
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