Autonomia regionale, il Ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia ne ha parlato durante l’audizione alla Commissione parlamentare per le questioni regionale, per presentare le linee programmatiche del suo dicastero.
Nella Nota di aggiornamento al Def approvata ieri dal Cdm è stato inserito un nuovo disegno di legge sull’Autonomia differenziata e sulla riduzione del contenzioso costituzionale tra lo Stato e le Regioni.
L’attuale governo – sottolinea Boccia – l’Autonomia differenziata vuole farla, vuole farla bene e in tempi brevi.
E su FB scrive “Agli Affari Regionali siamo già al lavoro con i tecnici di tutti i ministeri competenti per creare una cornice nazionale unica in grado di garantire una lotta senza quartiere contro la disuguaglianze, non solo tra Nord e Sud ma anche tra i diversi territori del Nord come del Mezzogiorno.”
Durante l’audizione il Ministro Boccia ha parlato più volte del capitolo scuola, uno dei più delicati dell’intero impianto.
“La proposta sulla scuola della Lombardia l’ha smontata l’ex ministro dell’Istruzione, non certo io” ha precisato il Ministro.
Gli obiettivi dell’autonomia regionale
“Vorrei riportare dialogo fra le istituzioni ma nel rispetto della costituzione – ha affermato Boccia durante l’audizione – Vi trasmetto la convinzione del Governo che è forte perchè noi vogliamo completare l’autonomia differenziata ma dentro una cornice unica nazionale ”
Innanzitutto, ha detto Boccia, bisogna definire i Lep, Livelli essenziali delle prestazioni (Lep)
Il metodo per Boccia è “il raccordo con tutti i fondi pluriennali d’investimento col vincolo ad essere destinati alle aree più in ritardo. Non sono solo tra sud e nord manche tra le diverse aree del nord. E’ uno schema non semplice che sottoporremo al Parlamento. So bene che dobbiamo correre ma dobbiamo costruire un meccanismo che tenga“.
Modello Veneto Emilia
Potrebbe essere questa la strada da seguire. “Con Zaia ho trovato un approccio molto costruttivo, l’impostazione originaria dell’Emilia Romgana prevede molte più funzioni amministrative. Penso che il combinato disposto Emilia-Veneto sia un’eccellente soluzione. La Lombardia ha invece una posizione troppo netta sulla scuola“, ha affermato Boccia. “Noi l’autonomia differenziata che è diversa da quella speciale, la vogliamo davvero. La cornice unitaria ci serve per tenere dentro tutti, anche il sud. Non si può pensare di farla contro qualcuno”
Scuola: vincolo 5 anni per docenti assunti in un territorio
“Zaia, Fontana e Bonaccini mi pongono con forza il problema della continuità scolastica – leggiamo sul Corrieredelveneto.corriere.it – Sono padre di tre figli e lo conosco bene: famiglie e ragazzi hanno il diritto di avere gli stessi insegnanti per tutto il ciclo, siano tre o cinque anni. Non è giusto cambiare di continuo. Una soluzione c’è e l’abbiamo già sperimentata per l’Agenzia delle Entrate: agli ultimi concorsi l’accesso era nazionale ma le assunzioni sono poi avvenute per Regione, con l’obbligo per i vincitori di restare sul territorio per almeno 5 anni. Vogliamo adottare lo stesso criterio per gli insegnanti? Possiamo discutere con i sindacati se devono essere 5, 7 o 12 anni ma non mi pare che così facendo si possa essere accusati di smontare la Repubblica dalle fondamenta. Ne ho già parlato anche con Landini, leader della Cgil, il sindacato probabilmente più critico con l’autonomia, ed era d’accordo“.
Autonomia regionale, Boccia: giusto no mobilità per cinque anni per gli insegnanti