
Le gite scolastiche, un tempo attese con trepidazione da studenti e docenti, stanno diventando un’esperienza sempre più rara. A confermarlo è un sondaggio condotto da Skuola.net, che evidenzia come l’indisponibilità degli insegnanti sia una delle principali ragioni per cui molti studenti non partecipano più ai viaggi d’istruzione. Ma cosa si nasconde dietro questo crescente rifiuto?
Per capirlo meglio, La Tecnica della Scuola ha lanciato un sondaggio che ha coinvolto 2.055 utenti di cui 1.938 docenti. I risultati parlano chiaro: alla base del rifiuto ci sono motivazioni pratiche, emotive ed economiche.

I dati del sondaggio
Dall’indagine è emerso che il 48,8% dei docenti ha dichiarato di evitare le gite per l’alto rischio legato a eventuali incidenti, che comportano enormi responsabilità legali e morali. Un carico spesso non sostenuto da una tutela adeguata. Il 27,7% indica come causa la gestione complicata delle classi, che negli anni si sono fatte via via più difficili da contenere, soprattutto in contesti fuori dall’ambiente scolastico. Il 21,7% punta il dito contro i compensi irrisori, che non giustificano l’impegno richiesto: accompagnare una classe vuol dire rinunciare al proprio tempo libero, lavorare ben oltre l’orario d’obbligo, con una retribuzione quasi simbolica.
Infine, l’ 1,8% lamenta l’assenza di riconoscimenti di carriera per chi svolge attività extra, come le gite: un disincentivo ulteriore, in un sistema che fatica a premiare l’impegno aggiuntivo.

Le riflessioni dei docenti
Tutti questi elementi si inseriscono in un quadro già complesso, in cui gli stipendi degli insegnanti sono spesso considerati inadeguati. Gli ultimi dati sulle risorse disponibili per il rinnovo contrattuale indicano aumenti medi mensili di circa 150 euro per i docenti, cifra che difficilmente potrà coprire anche i “costi emotivi” di una gita scolastica.
Oltre a rispondere al sondaggio, alcuni docenti hanno voluto sottolineare il proprio punto di vista. Raccogliamo di seguito alcune opinioni al riguardo:
- “Sono favorevole alle gite, ma solo se riconosciute a livello professionale, oggi siamo soli in tutto”.
- “Il problema non sono le gite, ma il modo in cui la scuola le scarica totalmente sugli insegnanti”.
- “Partecipo sempre, perché credo siano fondamentali per la crescita dei ragazzi, ma lo faccio a costo di grandi sacrifici personali”.
- “Servirebbe una figura dedicata alla logistica, perché il docente non può fare il tour operator”.
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Precisiamo che l’indagine è stata realizzata dalla testata giornalistica “La Tecnica della Scuola” nel periodo che va dal 3 al 10 aprile 2025. Hanno partecipato 2.055 lettori. Il sondaggio non ha carattere di scientificità: i risultati derivano da conteggi automatici.