Tra due giorni, il 15 novembre, il Consiglio di Stato a sezioni riunite deciderà la sorte di migliaia di vecchi diplomati magistrali (circa 30 mila per l’infanzia e altrettanti per la primaria), inseriti con riserva nelle GAE (graduatorie ad esaurimento) per effetto di diverse sentenze dei Tribunali Amministrativi Regionali.
Se la sentenza dei magistrati di Palazzo Spada a Roma sarà favorevole, tutti quei docenti rimarranno iscritti nelle GAE e gradualmente potranno anche entrare in ruolo (ma ci vorranno in tutto circa 41 anni di attesa per i docenti dell’infanzia e 14 anni per quelli della primaria, secondo le stime di Tuttoscuola: vedi il dossier “GAE… inesauribili. La grande beffa delle graduatorie dei precari”, scaricabile gratuitamente dal portale tuttoscuola.com a questo link ).
Nell’agosto scorso risultavano iscritti complessivamente 67.622 docenti nelle GAE dell’infanzia e 57.369 in quelle della primaria, ma moltissimi di loro (appunto circa 60 mila in tutto) sono stati iscritti con riserva in GAE a seguito di varie sentenze favorevoli, grazie, in moltissimi casi, al semplice possesso del diploma, conseguito entro il 2001-02 e considerato abilitante a tutti gli effetti.
Tra gli iscritti in GAE vi sono docenti che hanno lavorato da precari in supplenze diverse (molti hanno acquisito successivamente titoli e lauree), ma vi sono anche migliaia di diplomati che non hanno mai lavorato nella scuola, svolgendo altri lavori o che sono rimasti inoccupati o disoccupati.
Molti di questi ultimi probabilmente sanno poco della scuola di oggi, perché, dopo il conseguimento del diploma magistrale (per la maggior parte negli anni ’80 e ’90), nella scuola sono intervenute riforme e innovazioni non da poco, quali, ad esempio, l’autonomia scolastica e le nuove indicazioni nazionali per il curricolo (programmi d’insegnamento).
A chi entra nella scuola oggi tramite concorso si chiede il possesso minimo di competenze informatiche e linguistiche (inglese), mentre per questi diplomati entrati in GAE basta il semplice possesso del diploma.
La sperequazione nella preparazione professionale è evidente, anche se questo non implica necessariamente che una maestra che ha passato da poco un concorso sia più brava e affidabile di una che si è formata sul campo dopo il diploma. Il punto chiave è – o dovrebbe essere – avere conferma che chi si è formato molto tempo fa, e che magari nel frattempo non ha neanche fatto un’esperienza robusta sul campo, sia preparato, oggi, a svolgere il proprio ruolo.
Un quadro che è stato ampiamente sviscerato, con dati e analisi, nel dossier di Tuttoscuola “GAE… inesauribili. La grande beffa delle graduatorie dei precari”.
“Ho letto con molta attenzione il vostro report – ha affermato la ministra dell’istruzione Valeria Fedeli in un’intervista a Tuttoscuola – che solleva questioni importanti e lo fa a partire dai dati, in modo molto serio e approfondito. È un lavoro che ha sullo sfondo una domanda cruciale: quale scuola vogliamo garantire alle ragazze e ai ragazzi? La mia risposta è, naturalmente, la migliore possibile. È stato l’impegno di questi mesi e continuerà ad esserlo fino all’ultimo giorno di lavoro”. E nell’intervista annuncia l’intenzione di introdurre una novità che potrebbe riguardare i neo immessi in ruolo dalle GAE… Se ne parla nella prossima notizia.
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