L’antibiotico-resistenza causa ogni anno 35mila morti nell’Unione europea. Il ministro Schillaci parla di “un importante strumento per contrastare le infezioni”
Il Consiglio dell’Unione europea ha adottato la proposta della Commissione volta a potenziare l’azione dell’Ue contro l’antibiotico-resistenza che si stima causi ogni anno 35.000 morti nell’Unione europea. Gli antibiotici sono medicinali di importanza cruciale, ma nel corso degli anni il loro uso eccessivo e improprio ha portato a un aumento della resistenza antimicrobica, il che significa che gli antibiotici perdono efficacia e il trattamento delle infezioni è sempre più difficile quando non impossibile.
Annunciata il 26 aprile insieme alla revisione della legislazione farmaceutica ad opera della Commissione, la raccomandazione contribuisce a combattere questo problema nei settori della salute umana, animale e ambientale, seguendo il cosiddetto approccio “One Health”. La raccomandazione si concentra su prevenzione e controllo delle infezioni, sorveglianza e monitoraggio, innovazione e disponibilità di antibiotici efficienti, uso prudente degli stessi e cooperazione tra gli Stati membri e a livello mondiale.
Per il 2030 sono stati fissati a livello dell’Ue diversi obiettivi, definiti insieme al Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie: una riduzione del 20% del consumo complessivo di antibiotici negli esseri umani; almeno il 65% del consumo complessivo di antibiotici negli esseri umani dovrebbe essere efficace (uso dell’antibiotico giusto); una riduzione delle infezioni provocate da 3 batteri chiave resistenti agli antibiotici, obiettivo che si applicherà principalmente agli ospedali.
Tali obiettivi raccomandati a livello dell’Ue, e tradotti a livello nazionale per ciascuno Stato membro, aiuteranno l’Ue a combattere la resistenza di alcuni microrganismi ai farmaci, tenendo conto delle specificità nazionali senza compromettere la salute e la sicurezza dei pazienti; permetteranno anche di monitorare meglio le infezioni e il consumo di antibiotici nei prossimi anni e di calibrare di conseguenza l’elaborazione delle politiche.
La raccomandazione conferma inoltre la leadership internazionale dell’Ue in materia di resistenza antimicrobica e chiede alla Commissione e agli Stati membri di includere tale tema nell’accordo sulle pandemie in fase di negoziazione. E invita inoltre a mantenere la resistenza antimicrobica in cima all’agenda del G7 e del G20.
“La raccomandazione adottata oggi dal Consiglio Ue costituisce un importante ulteriore strumento nel contrastare le infezioni resistenti agli antibiotici investendo prioritariamente nell’uso mirato e consapevole degli antibiotici, sostenendo la ricerca e promuovendo test diagnostici rapidi e una comunicazione efficace in un contesto One Health. Limitare l’uso inappropriato di antimicrobici è infatti cruciale per ridurre le infezioni resistenti sia nell’uomo che negli animali”, ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, che oggi ha partecipato al Consiglio dei ministri della Salute Ue in Lussemburgo.
Il ministro nel suo intervento ha rimarcato l’importanza dell’accento posto sul rafforzamento della prevenzione e del controllo delle infezioni “che rappresenta una priorità, in particolare nelle strutture di ricovero e cura, e sulla necessità di solidi sistemi di sorveglianza e monitoraggio della resistenza antimicrobica e del consumo di antimicrobici nella salute umana, animale e vegetale”.
In merito alla sensibilizzazione, educazione e formazione dei professionisti sanitari, il ministro ha sostenuto che “è importante che i programmi di formazione continua e i curricula includano una formazione intersettoriale obbligatoria sulla prevenzione e controllo delle infezioni, sui rischi ambientali e sulla biosicurezza associati all’antimicrobico resistenza”.