Andrea Carlino Lunedì, 24 Luglio 2017
I dipendenti pubblici italiani sono “anziani”, “sottodimensionati” e, in alcuni casi “non adeguatamente qualificati rispetto alla mansione da svolgere”.
Questa è la fotografia scatta da Fpa, società del gruppo Digital360.
Soltanto il 27,7% dei dipendenti pubblici, infatti, ha meno di 45 anni, mentre l’età media dei lavoratori è di 50,02 anni (dati del conto annuale 2015 della Ragioneria di Stato) e cresce con una media di sei mesi ogni anno. Mentre già adesso il 49% delle mansioni che richiedono una laurea è svolta da personale che non è laureato.
Andando avanti con questa tendenza, dunque, nel 2020 l’età media sarà salita a 53,6 anni, con ben 232mila persone che avranno tra i 65 e i 67 anni e oltre 603mila tra i 60 e i 64 anni; circa un terzo dei lavoratori pubblici italiani fra soli tre anni sarà in uscita dal mercato del lavoro.
Non solo. Nei prossimi anni si aggiungono i progressivi tagli al personale, che dal 2007 a oggi hanno riguardato il 5% dei lavoratori, vale a dire 237.220 persone.
Oggi i dipendenti pubblici italiani sono 3.257.014 (dati 2015). I dipendenti pubblici in Italia – riporta AdnKronos sono circa 2/3 di quelli inglesi e 1,3 milioni in meno rispetto a quelli tedeschi, ma il rapporto ra il numero di dipendenti pubblici e il totale dei cittadini residenti è sfavorevole: In Italia ci sono 5,5 impiegati pubblici ogni 100 residenti, una cifra leggermente inferiore che in Germania (5,7), ancora meno che in Spagna (6,4) e molto più distante dal Regno Unito, dove ci sono 7,9 impiegati pubblici ogni 100 cittadini.
STIPENDI – Nella classifica degli stipendi della Pa a percepire gli stipendi più alti sono i magistrati (142.554 euro all’anno). Ultimi i dipendenti sottopagati della scuola, assieme a quelli delle autonomie locali (29.130 all’anno).
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