Con l’approvazione alla Camera con 312 voti favorevoli e 190 contrari, il testo di conversione in legge del decreto dignità è al giro di boa.
L’iter parlamentare
Il provvedimento passerà al Senato, se non ci saranno modifiche e voti contrari, sarà pronto per andare al vaglio e successiva firma del presidente della Repubblica e quindi in Gazzetta Ufficiale. Solo al momento della pubblicazione della legge in G.U., tutte le modifiche saranno definitive.
Infatti per il passaggio del testo in Senato non si esclude il ricorso al voto di fiducia che servirebbe a evitare lo sforamento dei tempi (60 giorni per la conversione in legge di un decreto), pena la decadenza dell’efficacia del decreto stesso.
Quali i nodi per la scuola
I punti di interesse per la scuola riguardano il superamento del comma 131 della legge 107 e la questione dei diplomati magistrali interessati dalla sentenza del 20 dicembre 2017.
Quali le soluzioni con la legge
Nel primo caso, si è trattato di superare il vincolo previsto nella legge sulla Buona scuola che impediva il prosieguo dei contratti a termine sulla stessa tipologia di posto una volta superato il limite dei 36 mesi su posti vacanti e disponibili. La soluzione è arrivata con l‘emendamento dell’onorevole Lucia Azzolina votato anche dalla commissione Lavoro e Finanza.
Più articolata, invece, la soluzione proposta dai Deputati per i maestri diplomati entro il 2002 interessati dalla sentenza del Consiglio di Stato del 20 dicembre 2017, per i quali la riserva dell’anno di prova si risolverà in maniera negativa, tornando nella condizione di supplente.
Differimento esecuzione sentenze
La prima soluzione adottata è stata il differimento di 120 giorni a far data dalla pubblicazione della sentenza di merito.
Una seconda soluzione riguarda i docenti già assunti in ruolo e i supplenti che avranno un contratto al 31 agosto 2019. Nel primo caso, trascorsi i 120 giorni, il loro contratto sarà trasformato rispettivamente in contratto al 30 giugno e contratto “non oltre il 30 giugno”. Il decreto non individua soluzione per i docenti con contratto al 30 giugno 2019, anche se verosimilmente il mantenimento sulla cattedra sarà affidato al principio della continuità didattica. Vedi Diplomati magistrale, Azzolina: nessuno sarà licenziato a metà del prossimo anno scolastico
I concorsi
Nel frattempo, saranno organizzati due concorsi, uno ordinario e uno straordinario. In entrambi i casi, la partecipazione al concorso dipende dal possesso del requisito dei due anni di servizio: chi li ha maturati partecipa alla procedura straordinaria; chi non li ha maturati partecipa a quella ordinaria.
Al concorso ordinario potranno partecipare docenti in possesso dell’abilitazione, quindi i diplomati magistrale entro l’a.s. 2001/2002 e i laureati in Scienze Formazione Primaria. Al concorso straordinario potranno partecipare i diplomati magistrale entro l’a.s. 2001/02 e i laureati in Scienze della Formazione Primaria che abbiano svolto, nel corso degli ultimi otto anni, almeno due annualità di servizio specifico, anche non continuativo, su posto comune o di sostegno, presso le scuole statali.
Clicca sull'immagine per aprire il file in formato PDF