Il rinnovo contrattuale delle Funzioni centrali non soddisfa tutte le silge sindacali: ecco i punti che hanno allontanato le parti
Firmato all’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) – con una spaccatura tra i sindacati – il rinnovo del contratto 2022-24 del comparto Funzioni centrali, che interessa circa 195 mila dipendenti in Italia tra ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici tra cui Inps e Inail. Qui, il testo in pdf del contratto firmato dalle rappresentanze sindacali.
L’accordo è stato sottoscritto dalla Cisl-Fp e dai sindacati autonomi Confsal Unsa, Flp e Confintesa Fp, no invece da Fp-Cgil e Uil-Pa. Le sigle firmatarie raggiungono, viene riferito, la maggioranza del 54,6%. Il contratto prevede un incremento retributivo medio di 165 euro al mese, per tredici mensilità. Tra le principali novità, la possibilità della settimana corta, su quattro giorni: in via sperimentale e volontaria mantenendo le 36 ore settimanali.
Le novità del contratto
Dice Marco Carlomagno, segretario generale di Flp: «Le novità introdotte sul lavoro agile e sulla conciliazione vita lavoro rappresentano una grande vittoria per la nostra federazione». Il segretario sottolinea il rafforzamento e l’estensione del lavoro agile, «che diventa materia di contrattazione e non più di semplice confronto». Tra i punti di forza la federazione evidenzia, anche lo stanziamento dello 0,22% in più nella legge di bilancio 2025, che ha portato l’incremento contrattuale per il triennio 2022 – 2024 a una percentuale del 6%. «L’incremento contrattuale, pur non essendo in linea con le nostre richieste di un adeguamento delle retribuzioni all’inflazione del triennio, risulta comunque superiore al 4,07% del triennio 2019 – 2021 (pari 85 euro medi), e al 3,48%, del 2016 – 2018 (pari a 105 euro medi)», aggiunge Carlomagno.