Alessandro Giuliani Domenica, 26 Febbraio 2017
Sono i dipendenti della scuola a percepire le retribuzioni medie pro-capite più basse all’interno della pubblica amministrazione.
La conferma arriva dai dati dell’Aran aggiornati al 2015, ripresi dall’agenzia nazionale Ansa.
Nella tabella dei comparti contrattualizzati della P.A. (riportata qui sotto), l’agenzia che rappresenta la parte pubblica distingue tra voci stipendiali (stipendio, retribuzione di anzianità, tredicesima, indennità integrativa speciale) e voci accessorie (indennità fisse, straordinari, premi di produttività, indennità di turno, disagio ed altre competenze accessorie). Per quanto riguarda i trattamenti accessori, l’Aran indica anche il peso, in percentuale, sullo stipendio totale medio percepito.
Ebbene, se si guarda allo stipendio base, ai docenti (meno di 30mila euro annui), agli Ata (in fondo alla classifica per categorie con non molto più di 20mila euro annui lordi) e ai dirigenti scolastici (circa 64mila euro, molto meno dei colleghi della PA e del privato) non spetterebbe la maglia “nera”, perché i dipendenti delle Regioni, degli Enti locali, dei ministeri e degli enti locali percepiscono meno dei 25.077 euro lordi medi assegnati ai dipendenti della scuola.
Il problema è che siccome la Scuola è la Cenerentola delle voci accessorie, con appena 3.266 euro annue medie (pari ad appena il 12% dello stipendio finale), il compenso complessivo che ne deriva fa sprofondare proprio i lavoratori che operano nei nostri istituti scolastici: appena 28.343 euro lordi, a fronte di oltre 29mila per i dipendenti delle regioni e dei ministeri. Poi, si sale a 35mila per quelli delle Agenzie fiscali e le Accademie; oltre 38mila per chi è assunto nella Sanità, fino agli oltre 57mila e addirittura quasi 85mila euro per i “fortunati” impiegati, rispettivamente, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e le Autorità indipendenti.
A breve, nel 2017, arriverà il nuovo contratto? Cosa cambierà per la Scuola? È subito bene dire che dovrebbe cambiare la percentuale delle somme, con quella accessoria destinata ad avere un maggiore peso. Anche se per i docenti non sarà facile trovare la modalità, visto anche le tante polemiche che si sono venute a determinare a seguito dell’arrivo del Comitato di valutazione e della scelta finale sul “merito” annuale comunque affidata dalla L.107/15 al dirigente scolastico.
Sulla consistenza dei compensi, in ogni caso, non dobbiamo aspettarci grosse novità: i fondi per il nuovo contratto, previsti dalla Legge di Stabilità, non verranno assegnati in misura diversificata ai vari ministeri. I più meritevoli percepiranno una quota accessoria maggiore, ma si tratta comunque di cifre non altissime (attualmente in prevalenza sotto i mille euro), ma le medie non muteranno granché.
Insomma, la scuola continuerà a posizionarsi all’ultimo posto per compensi percepiti. O giù di lì.
STIPENDIO BASE VOCI ACCESSORIE (%) TOTALE
Scuola 25.077 3.266 (12%) 28.343
Regioni – enti locali 23.744 5.313 (18%) 29.057
Ministeri 22.972 6.816 (23%) 29.788
Agenzie fiscali 24.128 11.322 (32%) 35.449
Accademie 32.050 4.386 (12%) 36.436
Sanità 29.951 8.670 (22%) 38.621
Enti di ricerca 35.119 6.016 (15%) 41.135
Enti non economici 26.211 16.081 (38%) 42.292
Università 36.662 6.423 (15%) 43.085
Presidenza Cdm 30.708 26.904 (47%) 57.621
Autorità indipendenti 66.875 18.075 (21%) 84.950
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