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anno II numero 1 - gennaio / febbraio / marzo 2019

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GLI ESPERTI RISPONDONO

Assunzioni nella pa, le modifiche al decreto: concorsi senza esame orale fino al 2026 e con possibilità di scegliere la Regione

Un’infornata di assunzioni nei ministeri e nelle forze dell’ordine e norme che dovrebbero velocizzare i concorsi, con buona pace della qualità delle persone reclutate. E’ questo il cuore del decreto Pubblica amministrazione appena approvato dalla Camera con la fiducia tra la polemiche e passato al Senato. Negli ultimi giorni del provvedimento si è parlato soprattutto per l’emendamento che elimina il controllo concomitante della Corte dei Conti sul Pnrr e proroga fino al 2024 lo scudo erariale.

Una delle novità inserite via emendamento dal governo prevede che fino al 2026 le amministrazioni pubbliche possano bandire concorsi senza prova orale e selezionare dunque i futuri funzionari solo con procedure scritte. La mossa punta evidentemente a compensare la carenza di risorse umane qualificate che sta complicando il percorso del Pnrr e che non veniva scalfita dalla versione iniziale del provvedimento, in cui erano previste circa 3mila assunzioni di cui 2.100 nelle forze dell’ordine e le altre nei ministeri fronte di circa 150mila uscite attese per pensionamento. Per velocizzare gli ingressi è stato anche stabilito che siano considerati idonei i candidati che si siano piazzati entro il 20% dei posti successivi all’ultimo di quelli banditi e che, in caso di rinuncia all’assunzione o di dimissioni entro 6 mesi dall’assunzione, l’amministrazione possa procedere allo scorrimento della graduatoria.

Per “favorire il reclutamento dei giovani nella pubblica amministrazione” è stata poi aggiunta una norma in base alla quale fino al 31 dicembre 2026 le amministrazioni possono, nel limite del 10 per cento delle facoltà assunzionali, assumere con contratto a tempo determinato di apprendistato di durata massima di 36 mesi giovani laureati under 24 reclutati con una prova scritta, la valutazione dei punteggi e una prova orale in cui sono valutate le competenze. “A parità di punteggio è preferito il
candidato più giovane”.

Gli inserimenti potranno essere organizzati su base territoriale: chi partecipa a un concorso potrà scegliere la Regione per cui partecipare e concorrere solo per quel territorio. Eventuali spostamenti da un ambito territoriale all’altro saranno possibili solo nel caso in cui nella regione non vi siano abbastanza candidati idonei. Per coprire i posti mancanti però potranno essere reperiti solo candidati utilmente collocati nella graduatoria della regione confinante.

La maggioranza ostenta soddisfazione: per il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Walter Rizzetto (FdI) il decreto “va a rinforzare ed ammodernare il nostro apparato amministrativo, darà migliori servizi ai nostri cittadini e andrà a supportare le attività di impresa. Rendiamo più attrattivo, come da indicazioni del ministero della Pubblica amministrazione, il pubblico impiego”. Critiche le opposizioni. “Solo con il rafforzamento della Pa saremo in grado di spendere bene i soldi del più grande piano di investimenti dai tempi del Piano Marshall. Invece il governo ci consegna un decretuccio che nasconde l’abominio di un ennesimo grave strappo istituzionale sul potere di controllo concomitante della Corte dei Conti”, ha detto la vicepresidente del Pd, Chiara Gribaudo, intervenendo in Aula nella discussione generale. “Le assunzioni riguardano prevalentemente le forze di polizia e nemmeno tutte”, ha aggiunto Silvio Lai. “Ma negli altri settori? Le assunzioni riguardano i vertici. E la base? Troppe lacune e troppi settori vengono tralasciati”.

FONTE: FATTO QUOTIDIANO
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