Nel giorno dello sciopero nazionale, i sindacati infermieristici NurSind e Nursing Up manifesteranno nella capitae dalle ore 11 alle 14. Bottega (Nursind): “La scelta del luogo non è casuale: manifesteremo a poca distanza dalla sede del ministero della Funzione Pubblica. La dignità della professione e quella del lavoro degli infermieri non possono essere calpestati da politiche di risparmio economico”. Ecco le 10 richieste di Nursing Up.
07 FEB – “Nel giorno dello sciopero nazionale, indetto dai sindacati infermieristici NurSind e Nursing Up per il prossimo 23 febbraio, come avevamo già preannunciato, si terrà anche un sit- in a Roma. Gli infermieri si sono dati appuntamento in piazza Santi Apostoli dalle ore 11 alle 14”.
Lo rende noto Andrea Bottega, segretario nazionale NurSind. Prima di spiegare: “La scelta del luogo non è casuale: manifesteremo a poca distanza, infatti, dalla sede del ministero della Funzione Pubblica. Da piazza Santi Apostoli, quindi – ha aggiunto – urleremo tutta la nostra contrarietà nei confronti di un contratto in perdita, del continuo definanziamento del Fondo sanitario nazionale e del reale rischio di smantellamento del Sistema sanitario nazionale, proprio nella ricorrenza del suo quarantesimo anno di vita. E ribadiremo le nostre richieste a difesa della professionalità della categoria, del giusto salario e di una sanità pubblica che garantisca un’assistenza sicura e di qualità”.
Secondo Bottega, infatti, “la dignità della professione e quella del lavoro degli infermieri non possono essere calpestati da politiche di risparmio economico, come sta emergendo dalle proposte contrattuali in discussone. Ad andarci di mezzo è lo stesso sacrosanto diritto costituzionale alla salute. Ecco perché – conclude il sindacalista – rifiutiamo questa fretta nel volere chiudere subito la partita dei contratti che vanno, invece, definiti bene, nel rispetto della nostra categoria. Non possiamo accettare e non accetteremo di trattare per un accordo peggiorativo rispetto al precedente, sia sul piano economico che dei diritti, solo perché l’appuntamento con le elezioni politiche e con quelle delle Rsu incombe”.
“Scendiamo in piazza per far sentire le nostre ragioni – dichiara il presidente Nursing Up, Antonio De Palma – ma se Governo e Regioni non vorranno ascoltare gli infermieri, siamo determinati ad andare avanti con azioni di lotta a oltranza: proclameremo ulteriori 48 ore di sciopero e, se necessario, organizzeremo un corteo a carattere nazionale che sfilerà nelle strade della Capitale”.
Queste le 10 richieste al Governo sottolineate da Nursing Up:
1. Di assumersi le proprie responsabilità incrementando le risorse a disposizione della contrattazione per dare risposte concrete agli infermieri ed ai professionisti sanitari del comparto, e realizzare provvedimenti strutturali volti al riconoscimento concreto del loro ruolo, del loro elevato profilo formativo e delle loro responsabilità.
2. Che finanzi, come già avvenuto per i medici, la RIA del comparto e che porti i professionisti sanitari dalla categoria D, dove si trovano, alla categoria DS.
3. Direttive e risorse finalizzate ad una revisione completa del sistema delle indennità, ivi compreso il finanziamento dell’ex indennità infermieristica di cui all’articolo 40 del CCNL 1999. (Non è più accettabile che ad un operatore che svolge un turno di lavoro notturno spetti una indennità di poco più di due euro all’ora durante il periodo che va dalle 22 alle 6 del mattino).
4. Direttive e risorse finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti del comparto, per i quali deve essere operata una riduzione del debito orario settimanale (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici.
5. Direttive e risorse finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento, sia economico che giuridico, per la valorizzazione delle competenze cliniche e gestionali degli interessati, compresi gli infermieri specialisti e gli esperti in applicazione della Legge 43/06 e per la valorizzazione economico-giuridica della funzione di coordinamento.
6. Direttive finalizzate alla detassazione del salario di produttività, come per il privato, ed a dare soluzione al demansionamento della categoria, derivante dal blocco del turnover e dalle mancate sostituzioni del personale a vario titolo assente.
7. Che revochi il mandato già conferito all’Aran, di mettere in discussione le deroghe al riposo minimo continuativo di 11 ore ogni 24 previsto dai regolamenti Ue. (Gli infermieri ne uscirebbero massacrati e ne risentirebbe l’assistenza al cittadino).
8. Che si impegni ad attivare le procedure finalizzate al riconoscimento, nei confronti dei professionisti sanitari del comparto sanità, del diritto di svolgere attività libero-professionale, anche con modalità analoghe a quelle già previste per il personale medico.
9. Che crei per il personale infermieristico e sanitario “la distinta sezione contrattuale prevista dall’art 40 c. 2 del dlgs 30.03.2001 n 165, ricorrendo, allo stato, le condizioni previste dal legislatore”.
10. Idonee direttive ed azioni concrete volte a superare l’attuale mancanza di criteri generali, nazionali ed uniformi per la determinazione, in ogni azienda, e per ogni servizio delle dotazioni organiche infermieristiche e delle figure di supporto.
http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=58773
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