Contratti statali, ultime notizie di oggi 13 novembre 2017: rinnovo stipendi nel settore Scuola, Cgs “tavolo sugli aumenti è molto complesso e le risorse sono troppo basse”
L’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto scuola è stato presentato dall’Aran negli scorsi giorni e le discussioni previste per il prossimo 20 novembre dovranno per forza partire dalle prossime nuove linee guida del CCNL, indicate proprio all’interno dello sforzo prodotto da Ministero Pa e Aran. In particolare, la scuola dovrà avere una contrattazione integrativa nazionale con cadenza triennale e potrà in questo modo riguardare la disciplina dei trasferimenti del personale, i passaggi di ruolo e le relative utilizzazioni e assegnazioni provvisorie. Come anticipa la Tecnica della Scuola, nelle linee guida verrà dato maggiore risalto alla «contrattazione di istituto, che andrà “valorizzata”, in particolare, per quanto riguarda i criteri per l’impiego delle risorse del fondo per il miglioramento dell’offerta formativa, anche se è esplicitamente inteso che sarà necessario garantire “l’adeguato” finanziamento delle attività di recupero degli studenti».
LE NUOVE MISURE DI FLESSIBILITÀ
Le nuove misure di flessibilità inserite nella Manovra di Bilancio e che riguardano gli statali e i loro nuovi contratti (dopo la fatidica firma del rinnovo attesa per fine 2017, ndr) danno qualche respiro e innovazione ad un mondo ancora troppo bloccato e “infilzato” dalla burocrazia e dalla ricorrente mancanza di fondi pubblici. Sul fronte flessibilità le novità prevedono tre giorni di permesso, quelli previsti annualmente dal contratto per motivi familiari, che invece potranno essere utilizzati anche a ore. Non solo, le ferie potranno cedere a colleghi con particolari necessità per motivi familiari o di salute, con la novità per cui i giorni di ferie in eccesso saranno rispetto a quelli che bisogna obbligatoriamente fruire ovvero 20 giorni (che salgono a 24 per chi lavora sei giorni alla settimana).
CGS, “AUMENTI SCUOLAMOLTO COMPLESSO”
Proseguono le discussioni sul rinnovo dei contratti statali e dopo aver visto negli scorsi giorni (e anche qui sotto) il punto di vista del settore medicina, ora proviamo ad addentrarci su un altro punto e nervo scoperto, la scuola. In attesa che i sindacati affrontino la pratica pensioni tra oggi e domani (il 20 novembre è previsto il nuovo incontro Aran-sindacati per il contratto Pa, ndr) interviene la Cgs (Confederazione Generale Sindacale) per porre l’accento sul problema grave delle risorse in dote allo Stato. A rischio gli aumenti: «La situazione per il comparto scuola è molto complessa. E non solo per le modifiche apportate dalla legge 107, ma anche perché tale comparto adesso non è più solo ‘scuola’, ma è diventato ‘istruzione’. Un ampliamento che, per forza di cose, comporta la necessità di dover armonizzare in tutto ben quattro rami, e, quindi, quello delle accademie e conservatori, del personale amministrativo delle università, degli enti di ricerca e, naturalmente, della scuola», spiega Rino Di Meglio, segretario Cgs. La trattativa sul rinnovo non può non tenere conto della forte perdita di acquisto che ha colpito negli anni di crisi il personale Scuola, dunque «i 40 euro circa pro capite appaiono, insomma, del tutto insufficienti per un cambiamento significativo della situazione», conclude ancora Di Meglio.
LA DENUNCIA DI COSMED
L’allerta lanciata dalla Cosmed, la confederazione sindacale medici e dirigenti, sul rinnovo dei contratti ha ovviamente come obiettivo il governo Gentiloni e le sue ultime scelte in seno alla riforma PA del ministro Madia. Nella lettera inviata al premier, al Ministro e al presidente Aran Gasparrini, la Cosmed scrive che «dopo otto anni di blocco si rischia una disfatta che avrebbe gravi ripercussioni sulla credibilità della politica, delle Istituzioni e dell’intero sistema delle relazioni sindacali». Secondo la confederazione i vari contratti della PA nelle aree della dirigenza non sono ancora per nulla pervenuti all’Aran come atti di indirizzo: «impossibilità di pervenire in tempi brevi alla stipula dei contratti di lavoro del pubblico impiego, anche per il lungo iter autorizzativo che richiedono, mentre si allontana la possibilità di erogare in busta paga le risorse contrattuali nei prossimi mesi». Da ultimo, l’avviso è chiaro: il governo deve provvedere a soluzioni immediati che diano un «ristoro economico e il recupero delle risorse accessorie necessarie per la stipula del contratto di lavoro».
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