15 FEB – “Nel prendere atto che le Regioni hanno deliberato l’atto di Indirizzo che finanzia il 2018 (per arrivare al 3,48% del monte salari come per i dipendenti statali) con le risorse economiche stabilite dall’accordo del 30 novembre 2016 – accordo da noi non sottoscritto – ribadiamo che i motivi dello sciopero indetto per il 23 febbraio rimangono tutti in piedi”, così in una nota il segretario anzioanle del Nursind Andrea Bottega.
“Non è per nulla pretestuoso ribadire che tali risorse siano poca cosa rispetto alla perdita di acquisto del salario avvenuto in questi 9 anni di blocco – aggiunge l’esponente del sindacato infermieristico – e, a maggior ragione, rispetto a ciò che viene chiesto in cambio alla categoria (deroga ai riposi, assorbimento dello straordinario per i coordinatori, aumento del lavoro supplementare per i part time, aumento della quota individuale di straordinario per i tempo pieno, negazione del diritto alla mensa per i turnisti, spostamento dei fondi dal salario fisso a quello variabile, precarietà degli incarichi, non esigibilità di diversi istituti contrattuali per il personale turnista e ci fermiamo qui per amor di patria)”.
“Gli infermieri del Nursind non vogliono un “contratto subito” per compiacere la politica ma vogliono un contratto dignitoso e per tale motivo sciopereranno il giorno 23 febbraio e si raduneranno in piazza Santi Apostoli a Roma per dissentire verso le politiche di definanziamento del fondo sanitario nazionale e verso un contratto peggiore dell’attuale”, conclude Bottega.
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