Il 23 febbraio scioperano medici e infermieri del Servizio sanitario nazionale: le attività di ospedali e sale operatorie rischiano di essere completamente bloccate. Ma in caso di convocazione dei sindacati al tavolo delle trattative per il rinnovo del contratto la protesta potrebbe saltare.
Potrebbe essere una giornata nera per la sanità italiana quella del 23 febbraio: sia i medici che gli infermieri del Servizio sanitario nazionale sciopereranno nel caso in cui non venga avviata la negoziazione per il rinnovo del contratto di queste due categorie di lavoratori per il triennio 2016-2018. Lo sciopero era stato inizialmente convocato per l’8 e 9 febbraio ma è stato rinviato di un paio di settimane. Per quanto riguarda gli infermieri, invece, si è deciso di anticipare lo sciopero nazionale previsto per il 26 febbraio a lunedì 23 febbraio. Il rischio per quella giornata è di un blocco di ospedali e sale operatorie.
Medici e infermieri chiedono di sbloccare le trattative per il rinnovo del contratto che attendono da dieci anni. I lavoratori denunciano anche la mancanza di fondi e personale e minacciano il blocco di ogni attività per il 23 febbraio. Lo sciopero degli infermieri, come comunicato dai sindacati Nursing-up e Nursind, riguarda in totale circa 500mila lavoratori, compresi i tecnici di radiologia e di laboratorio.
Il sit-in degli infermieri a Roma
I sindacati degli infermieri hanno inoltre indetto un sit-in a Roma, in piazza Santi Apostoli, nella giornata dello sciopero. “La scelta del luogo – spiegano – non è casuale: manifesteremo a poca distanza, infatti, dalla sede del ministero della Funzione Pubblica. Da piazza Santi Apostoli, quindi. urleremo tutta la nostra contrarietà nei confronti di un contratto in perdita, del continuo definanziamento del Fondo sanitario nazionale e del reale rischio di smantellamento del Sistema sanitario nazionale, proprio nella ricorrenza del suo quarantesimo anno di vita. E ribadiremo le nostre richieste a difesa della professionalità della categoria, del giusto salario e di una sanità pubblica che garantisca un’assistenza sicura e di qualità”.
Perché lo sciopero potrebbe saltare
C’è ancora una possibilità che lo sciopero non venga realmente messo in atto. Alcune sigle sindacali hanno comunicato di essere disposti a sospendere la protesta nel caso in cui arrivi la convocazione nella sede dell’Aran (l’agenzia che si occupa della contrattazione per il ministero): “C’è un ritardo anche per la convocazione del tavolo sulla dirigenza medica. C’è stata una prima riunione ma poi si è bloccato tutto, sollecitiamo la convocazione del tavolo. Se arriva la convocazione in Aran siamo disponibili a sospender elo sciopero”, ha spiegato la segretaria generale della Funzione pubblica Cgil Serena Sorrentino.
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