Roma, 28 novembre – “La nostra battaglia, iniziata un anno fa con il reclamo al Comitato europeo dei diritti sociali contro l’abuso del precariato da parte del governo, per via della reiterazione di contratti a termine del personale docente ed Ata della scuola pubblica italiana, va avanti. Anzi, si rafforza grazie a ben due recenti sentenze, una della Corte di Cassazione ed un’altra della Corte di giustizia dell’Ue. Entrambi i pronunciamenti, infatti, segnano un importante punto a favore della lotta al precariato, una piaga insopportabile, a maggior ragione quando la responsabilità cade direttamente in capo a chi ci governa”. Lo afferma, in una nota, il promotore dell’iniziativa Rino Di Meglio, segretario della Confederazione generale sindacale (Cgs) e coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti. Proprio l’esecutivo, che a maggio aveva sostenuto l’infondatezza del reclamo, nei giorni scorsi ha risposto alle richieste pervenute dal Comitato europeo di chiarire la propria posizione. Ma, spiega la Confederazione generale sindacale, “non ha ovviamente richiamato le due sentenze, rispettivamente della Corte di Cassazione, dello scorso 24 settembre, e della Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE), risalente allo scorso 25 ottobre, che hanno ribadito il legittimo diritto alla stabilizzazione ed al risarcimento del danno per il superamento dei 36 mesi di contratti a termine, in favore di un docente e di una dipendente delle fondazioni lirico-sinfoniche, entrambi precari”. Due pronunciamenti sui quali il sindacato baserà la propria replica: “Siamo già al lavoro – conclude Di Meglio – per una battaglia sacrosanta che rappresenta, tra l’altro, un unicum nel panorama italiano, dal momento che questo procedimento è il solo attualmente in essere presso gli organismi europei sull’abuso di precariato da parte del governo”.
Paola Alagia
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