Roma, 27 settembre – “Il bisogno di sanità è in cima alle richieste degli italiani. Persino più sentito del caro prezzi che pure, con i picchi dell’inflazione, dovrebbe essere in testa alle loro preoccupazioni. Potrebbe bastare già questo a Governo e Parlamento per orientarsi in vista della legge di Bilancio”. A dirlo è il segretario del Nursind Andrea Bottega, commentando i risultati di un’indagine demoscopica che il sindacato degli infermieri ha commissionato alla Swg e che rivela come ben un italiano su due chieda di investire sulla sanità in manovra. Un dato che va a braccetto con il grado di apprezzamento per i servizi offerti dal Ssn (solo il 39% degli italiani si dichiara soddisfatto), in netto calo rispetto al 2008 (-25%).
Competenti, disposti a lavorare duramente e rispettosi dei pazienti: è questo il quadro che emerge dal sondaggio sul lavoro degli infermieri, che continua ad essere apprezzato come quello dei medici. Il voto degli italiani, invece, si abbassa riguardo la capacità di prestare attenzione alle esigenze dei pazienti e di dare loro supporto morale: “Un dato da non sottovalutare – sottolinea Bottega – perché spia dell’enorme fatica che nei reparti e in corsia si fa per stare dietro a tutto, pur essendo sotto organico. Una realtà, quella della carenza di infermieri, di cui i cittadini sono ben consapevoli, oltre che spaventati”. Secondo l’86% del campione, infatti, negli ospedali c’è penuria di questi professionisti. Non solo, ma per l’81% si tratta di operatori oberati dal lavoro e per il 71% anche sottopagati.
“Il fatto che il 78% delle persone tema che in futuro il Ssn possa essere privatizzato e il 79% sia preoccupato da una sempre più grave carenza di infermieri infine – conclude il segretario – dimostra ancora una volta quanto la gente sia un passo avanti rispetto alla politica. Non bastano più le parole, servono le risorse per correre ai ripari e cercare di fermare questa emergenza di personale. Ma bisogna investire adesso, se vogliamo avere infermieri formati in Italia tra quattro anni. Sì, perché se decidiamo di importare professionisti dall’India potremo tamponare la situazione, ma non risolvere il problema”.
Ufficio stampa Nursind
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