Si è tenuto il 15 febbraio a Palazzo Vidoni l’incontro tra il ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, e le confederazioni sindacali rappresentative.
Nel corso dell’incontro il ministro ha presentato gli schemi dei decreti legislativi sul riordino del lavoro pubblico, dichiarando tre intenti fondamentali: porre la parola fine al fenomeno del precariato, avviare il percorso per i rinnovi contrattuali, ridare dignità alla contrattazione.
La CGS ha espresso parere favorevole rispetto agli intenti dichiarati dal ministro, riservandosi di leggere le bozze dei testi consegnati durante la riunione al fine di poter correttamente valutare le proposte.
“Condividiamo la volontà di superare il precariato nel pubblico impiego – dichiara Andrea Bottega, vice segretario generale della CGS – anche se nutriamo forti dubbi sulle coperture economiche e sulla possibilità di utilizzare forme contrattuali flessibili del rapporto di lavoro. Speriamo che la norma contenga effettivamente la possibilità di eliminare questo fenomeno che ha conosciuto delle forme abnormi, in particolare nell’ambito scolastico e in quello sanitario”.
“In merito al rinnovo contrattuale – prosegue Bottega – sottolineiamo che, al di là di una necessaria previsione normativa, il contratto si compone anche di una parte economica e auspichiamo che in tempi brevi sia finanziato adeguatamente. Riguardo alla dignità della contrattazione, riteniamo che le modifiche apportate al sistema delle relazioni sindacali siano insufficienti, nel senso che vanno ben specificate le tipologie di relazioni sindacali che non possono essere limitate semplicemente all’informativa o alla consultazione ma devono essere improntate a una contrattazione responsabile di entrambe le parti. È necessario, inoltre, inserire all’interno della contrattazione ulteriori materie che attualmente sono normate dalla legge. Ennesima criticità, riscontrata a seguito di una prima lettura dei testi, è quella delle modifiche fatte nell’ambito del procedimento disciplinare: si rileva un inasprimento delle procedure disciplinari, a nostro parere a discapito di un legittimo diritto di difesa”.
“Auspichiamo quindi – conclude Bottega – che il testo possa essere ulteriormente migliorato entro i prossimi tre mesi, prima della pubblicazione”.
Roma, 17 febbraio 2017
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