Rino Di Meglio sul paradosso di un sistema scolastico che aspira alla digitalizzazione senza strumenti per realizzarla
“Da quest´anno le prove Invalsi devono essere computer based ma le scuole sono carenti di mezzi informatici e i dirigenti scolastici invitano i docenti a portare i pc personali per metterli a disposizione degli alunni. Come per il famigerato registro elettronico, anche in questo caso assistiamo al paradosso di un sistema scolastico che aspira alla digitalizzazione ma non viene dotato degli strumenti indispensabili per realizzarla. Le solite nozze con i fichi secchi”.
È quanto dichiara Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, alla luce delle segnalazioni che stanno giungendo in questi giorni al sindacato da molti istituti scolastici. Esemplare la situazione di una scuola media di Oristano dove per quattro classi terze che dovranno sostenere le prove Invalsi sono disponibili soltanto 13 computer.
“Ciò significa che bisognerà organizzare lo svolgimento dei test su turni di almeno 6 giorni, con il conseguente disagio che ne deriverà per studenti e insegnanti il cui orario di servizio subirà inevitabili modifiche: nella vigilanza durante le prove, infatti, – spiega Di Meglio – non possono essere impiegati docenti che insegnano nelle classi esaminate né della materia oggetto di valutazione”. Il Miur, che è a conoscenza del problema, ha concesso una settimana in più per lo svolgimento dei test Invalsi, ma il dirigente scolastico ha chiesto agli insegnanti di mettere a disposizione i propri computer.
“Ancora una volta – commenta il coordinatore nazionale della Gilda – docenti e studenti pagano lo scotto dell´inadeguatezza di un´Amministrazione che è smart soltanto a parole ma non nei fatti”.
Roma, 13 marzo 2018
Ufficio stampa Gilda degli insegnanti