“I sovraccarichi di lavoro nel reparto dell’ospedale Lotti dedicato al batterio New Delhi, sono ancora un problema reale che tartassa infermieri ed operatori socio-sanitari”. Lo afferma il NurSind, sindacato delle professioni infermieristiche, attraverso una nota stampa.
“La questione non può certo dirsi risolta con l’aumento di una unità infermieristica a turno, mattina e pomeriggio – spiega Daniele Carbocci, segretario territoriale NurSind di Pisa – in sostanza, rispetto all’allarme che avevamo lanciato lo scorso novembre, la situazione non è cambiata di un millimetro”.
Il segretatio del NurSind evidenzia i nodi ancora al pettine presenti in questa delicata cellula di cura dedicata al New Delhi.
“Intanto facciamo un esempio molto pratico: se per eseguire un normale prelievo di sangue in qualsiasi altro reparto un infermiere impiega di media cinque minuti, nel reparto New Delhi serve il doppio del tempo, forse di più, perché ogni operazione deve essere eseguita attraverso una precisa procedura, anche igienica. Ma si capisce bene che se gli infermieri sono pochi, se gli stessi sono costretti a correre da un letto all’altro lavorando con il fiatone, si rischia che si possano perdere passaggi, anche uno step nella catena di sicurezza. Penso ad un lavaggio delle mani. Continueremo, come sindacato, a porre l’accento sulla questione delle carenze di personale, perché i pazienti con New Delhi richiedono tassativamente più tempo. Per quanto riguarda il mancato incremento di personale nel turno di notte – continua il segretario di Nursind – è palese che i problemi, di notte, siano gli stessi durante il giorno”.
“Certo, in questo specifico reparto il numero dei pazienti può essere variabile, – conclude Carbcci – ma l’assistenza è più gravosa rispetto ad altri”. padiglioni».
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